La festa ricorda l’episodio evangelico nel quale Gesù viene trasfigurato su di un alto monte, identificato con il Tabor, davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù appare con il volto luminoso come il sole e con vesti candide come la luce e mostra la sua gloria mentre conversa con Elia e Mosè. Il Padre dal cielo dice: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo» (Mt 17,5). Con queste parole il Padre annuncia che coloro che seguono il Figlio diventano suoi fratelli e saranno partecipi della trasfigurazione eterna. Nel Cristo trasfigurato è annunciata all’uomo la sua vocazione alla divinizzazione. Gesù si conferma il Figlio di Dio davanti agli Apostoli, per dar loro forza in vista della dura prova che li attende entro poco tempo: la passione, crocifissione e morte del loro amato Maestro. Questa festa, celebrata originariamente in Oriente, nel 1456 viene estesa a tutta la Chiesa da papa Callisto III, in ricordo della vittoria di Belgrado Contro i turchi.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi