Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire, Antiochia di Siria (Turchia), 35 ca. – Roma 107 ca. Si converte giovanissimo al cristianesimo. E’ discepolo di san Giovanni apostolo, insieme a Policarpo di Smirne. Ama definirsi “il portatore di Dio”. E’ uno dei primi testimoni della Chiesa nascente.
Sospira tutta la vita il martirio, per mostrare al Signore il suo immenso amore. Considera la morte una grande grazia, perché gli permette di incontrare finalmente il Padre tanto amato. Ribadisce con forza il primato del vescovo di Roma ed esorta ogni comunità a essere unita al proprio vescovo.
In età molto avanzata è condannato a morte ddall’imperatore Traiano. Durante il viaggio alla volta di Roma, nel mezzo di una sosta a Smirne, ha la possibilità di incontrare Policarpo, suo condiscepolo e ora vescovo della città. Viene dato in pasto ai leoni nell’anfiteatro Flavio (Colosseo) durante i giochi delle festività del 107. Finito il tragico spettacolo, i cristiani romani raccolgono le ossa rimaste e le collocano in un luogo sacro fuori dalle mura della città. la sua memoria è venerata il 17 ottobre in Antiochia fin dal IV secolo. La maggior parte delle sue reliquie è venerata nella chiesa romana di San Clemente. Il suo nome è ricordato nel Canone della Messa.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi
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