“Nella loro casa è venuta al mondo Maria, portando con sé quello straordinario mistero dell’Immacolata Concezione; nella loro casa è cresciuta accompagnata dal loro amore e dalla loro fede; nella loro casa ha imparato ad ascoltare il Signore e a seguire la sua volontà. I santi Gioacchino ed Anna fanno parte di una lunga catena che ha trasmesso la fede e l’amore per Dio, nel calore della famiglia, fino a Maria che ha accolto nel suo grembo il Figlio di Dio e lo ha donato al mondo, lo ha donato a noi. Il valore prezioso della famiglia come luogo privilegiato per trasmettere la fede!”. Con queste parole Papa Francesco ha parlato dei nonni di Gesù durante la XXVIII Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro nel 2013.
Anna e Gioacchino, esemplari sposi ebrei molto religiosi, vivono un tempo cruciale della storia della salvezza, nel momento in cui si avvera la promessa di Dio ad Abramo e l’umanità riceve la risposta attesa dai giusti dell’Antico Testamento. Mentre stanno aspettando la consolazione di Israele vengono investiti di una missione eccezionale: diventare i genitori dell’Immacolata, la quale a sua volta è chiamata a generare il Figlio di Dio.
Su Gioacchino e Anna non ci sono riferimenti nella Bibbia, ma sono ricavate da testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo, oltre che dalla tradizione. Anna è figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di Elisabetta e dunque nonna di Giovanni Battista. Gioacchino è un uomo virtuoso e molto ricco della stirpe di Davide, che era solito offrire una parte del ricavato dei suoi beni al popolo e il restante in sacrificio a Dio. Entrambi abitano a Gerusalemme e dopo vent’anni di matrimonio vivono una certa sofferenza perché non hanno figli. A quel tempo, in Israele, non avere una discendenza è considerata una mancanza della benedizione e del favore di Dio nei confronti di quella famiglia.
Continuano a condurre la loro vita di sempre, quando un giorno Gioacchino entra nel Tempio per portare le sue offerte e succede qualcosa che non avrebbe mai immaginato. Il gran sacerdote Ruben lo ferma dicendogli che non ha diritto di presentare le offerte perché non ha generato prole. Gioacchino, umiliato e sconvolto da quelle parole, decide di ritirarsi nel deserto e per quaranta giorni e notti implora il Signore, fra lacrime e digiuni, di dargli una discendenza.
Anche Anna si rivolge a Dio chiedendo la grazia della maternità. Le appare un angelo che annuncia: “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”. Una creatura angelica compare anche a Gioacchino per avvertirlo che sta per diventare genitore. L’incontro sulla porta di casa fra i due, dopo l’annuncio, si arricchisce di dettagli leggendari. Il bacio che i due sposi si sarebbero scambiati è stato tramandato dinanzi alla Porta Aurea di Gerusalemme, il luogo in cui, secondo una tradizione ebraica, si manifestava la presenza divina e si sarebbe manifestato l’avvento del Messia.
Mesi dopo il ritorno di Gioacchino, Anna dà alla luce Maria. La bimba viene cresciuta tra le affettuose premure del papà e le amorevoli attenzioni della mamma, nella casa che si trovava nei pressi della piscina di Betzaeta. Qui, nel XII secolo, i crociati hanno costruito una chiesa, ancora oggi esistente, dedicata ad Anna che ha educato la figlia alle arti domestiche. Quando Maria compie 3 anni, per ringraziare Dio, Gioacchino e Anna la presentano al Tempio, così come avevano promesso nelle loro preghiere. Di Gioacchino gli apocrifi non riferiscono altro, mentre su Anna aggiungono che sarebbe vissuta fino all’età di 80 anni.
Le sue reliquie sarebbero state custodite a lungo in Terra Santa, poi traslate in Francia e tumulate in una cappella scavata sotto la cattedrale di Apt. Il ritrovamento e l’identificazione, successivamente, sarebbero stati accompagnati da alcuni miracoli. Benedetto XVI, in un Angelus del 2009, ha spiegato che la ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna “fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita”. Due anziani sposi giapponesi che hanno fondato un’Associazione intitolata ai genitori di Maria Vergine hanno composto questa bella preghiera: “O Santi Gioacchino e Anna, proteggete le nostre famiglie, dai promettenti inizi fino all’età matura, carica delle sofferenze della vita, e sorreggetele nella fedeltà alle solenni promesse. Accompagnate coloro che, anziani, si avvicinano all’incontro con Dio. Addolcite il trapasso, supplicando per quell’ora la materna presenza della vostra diletta figlia, la Vergine Maria, e del suo divin Figlio: Gesù. Amen”.