Viviamo in tempi in cui i giovani sembrano necessitare sempre di più modelli positivi, che sappiano trasmettere valori sani e genuini. Soprattutto le giovani – ma non solo loro – coppie che si apprestano a compiere quello che viene definito “il grande passo”, scelgono cioè il matrimonio. La giornalista Tiziana Campesi, sul portale vaticannews.va, ha firmato un approfondimento sui santi Aquila e Priscilla “coniugi esemplari a servizio della Chiesa”. Riproponiamo l’articolo in forma integrale.
Aquila e Priscilla coniugi esemplari a servizio della Chiesa
Modelli di vita coniugale: così Papa Francesco definisce gli sposi Aquila e Priscilla. Li conosciamo attraverso le Scritture, citati diverse volte da San Paolo con il quale avevano istaurato uno stretto legame di amicizia. Aquila era un ebreo del Ponto, l’attuale Turchia, che spostatosi a Roma conosce, si innamora e sposa Priscilla. I due avviano una fabbrica di tende e insieme si convertono al cristianesimo. Si trasferiscono a Corinto dopo la promulgazione dell’editto dell’imperatore Claudio del 49 che dispone l’espulsione di tutti i giudei, accusati di fomentare tumulti. Ed è qui che conoscono Paolo, lo ospitano nella loro casa e gli offrono lavoro perché possa provvedere al necessario per la sua vita. L’amicizia, radicata in Gesù, non si interrompe quando Paolo decide di fare ritorno in Siria. I due sposi lo accompagnano per un tratto del viaggio e si fermano ad Efeso, dove Paolo, poi, darà vita ad una nuova comunità cristiana, aiutato proprio da Aquila e Priscilla nella formazione dei nuovi convertiti. Rientrati poi a Roma, i due vengono ricordati dall’apostolo nelle sue lettere.
Sposi evangelizzatori
Francesco ha menzionato più volte, in questi anni, la storia della coppia tanto cara a San Paolo. Lo scorso 25 gennaio, all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana, ha ricordato quanto Aquila e Priscilla abbiano cooperato con l’Apostolo delle Genti, additandoli come “esempio mirabile di coppia di sposi itineranti: difatti, sia negli Atti degli Apostoli sia nella descrizione di Paolo non sono mai fermi, ma sempre in continuo movimento”. E li ha esaltati ancora come “sposi evangelizzatori (…) di cui avrebbero bisogno le nostre parrocchie, soprattutto nelle zone urbane, nelle quali il parroco e i suoi collaboratori chierici mai potranno avere tempo e forza per raggiungere fedeli che, pur dichiarandosi cristiani, restano assenti dalla frequenza dei Sacramenti e privi, o quasi, della conoscenza di Cristo”.
Esempio per le coppie di oggi
Il Pontefice ha descritto Aquila e Priscilla anche come santi sposi in movimento perché Cristo fosse conosciuto: “Evangelizzavano essendo maestri della passione per il Signore e per il Vangelo, una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi, di accoglienza e di cura”. E ha aggiunto che in loro, come coppia, San Paolo trovò “il modo di essere prossimo ai lontani” e li “amò vivendo con loro più di un anno, a Corinto, perché sposi maestri di gratuità”. Insomma, per Francesco sono coniugi dai quali gli sposi cristiani dovrebbero apprendere “come innamorarsi di Cristo e farsi prossimi alle famiglie, prive spesso della luce della fede”. Per il Papa, inoltre, vescovi e pastori dovrebbero indicare “questi santi sposi della prima Chiesa come compagni fedeli e luminosi dei pastori di allora; come sostegno, oggi, ed esempio di come gli sposi cristiani, giovani e anziani, possano rendere il matrimonio cristiano sempre fecondo di figli in Cristo”.
Modelli di vita coniugale a servizio della Chiesa
Anche lo scorso anno Papa Francesco ha richiamato più volte la figura della coppia di sposi. Il 13 novembre ha dedicato a loro la catechesi dell’udienza generale, ribadendo quanto affermato da Benedetto XVI il 7 febbraio 2007 – che li ha delineati come “modelli di una vita coniugale responsabilmente impegnata a servizio di tutta la comunità cristiana” – ed esortando le coppie di oggi ad essere, come Aquila e Priscilla, “una chiesa domestica dove c’è l’humus, perché la fede cresca”.
Il carisma dei coniugi aiuto per i pastori
Il 29 gennaio del 2019 Francesco ha fatto riferimento ai due santi ancora una volta all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana, indicando a vescovi e sacerdoti la loro esperienza al fianco della missione di Paolo perchè venga dato spazio a collaboratori che promuovano il matrimonio e accompagnino le famiglie con il sostegno spirituale e formativo. In quell’occasione, inoltre, il Papa ha esortato ad “apprezzare e valorizzare i carismi dei coniugi con fede robusta e spirito apostolico come Aquila e Priscilla”. E questo perché, ha aggiunto Francesco, “gli sposi che vivono nell’unità e nella fedeltà riflettono bene l’immagine e la somiglianza di Dio (…) Questa è la notizia che dovrebbe rendere più forte e consolante anche il ministero fedele e pieno di amore evangelico di vescovi e sacerdoti; come furono di conforto per Paolo e Apollo l’amore e la fedeltà coniugale degli sposi Aquila e Priscilla”.
Paolo VI e la parrocchia dedicata ai santi Aquila e Priscilla
Tra i Papi, ha avuto particolarmente a cuore i santi Aquila e Priscilla Paolo VI, che ha voluto a Roma una parrocchia intitolata a loro nei pressi della basilica di San Paolo fuori le Mura, per evidenziare il legame fra la coppia di sposi e l’Apostolo delle Genti. La parrocchia dei santi Aquila e Priscilla, nel quartiere Marconi, l’unica al mondo ad essere dedicata ad una coppia di sposi, è stata eretta il 5 novembre del 1971. Inaugurata il 10 maggio 1992, ne ha presieduto il rito della dedicazione il 15 novembre dello stesso anno Giovanni Paolo II che, nella sua omelia, ha invitato a seguire l’esempio di Aquila e Priscilla e, pregando, ha chiesto ai due santi, che hanno fatto della loro casa aperta all’accoglienza una chiesa domestica, di rendere le famiglie “autentici focolari di amore e di speranza evangelica, fari luminosi di fedeltà e di misericordia“. Con il concistoro del 26 novembre 1994, poi, Papa Wojtyla ha elevato la parrocchia a sede cardinalizia.