Santa Rosa da Viterbo, terziaria francescana Viterbo, 1235 ca., – Viterbo, 6/03/1252. Nasce in una modesta famiglia di contadini.
Avvenimenti
• Per tre volte non viene accettata dalle Clarisse a motivo della sua salute cagionevole. Rosa, molto dispiaciuta ma serena, profetizza: «Non mi avete voluto da viva, mi accoglierete da morta».
• Viene cacciata da Viterbo perché, nella lite tra papa Innocenzo IV e l’imperatore Federico II, si schiera dalla parte del papa e invita i cittadini a fare altrettanto. Fa ritorno a Viterbo dopo che la città rientra sotto il potere papale.
Aneddoti
• Predica per le piazze e le vie della città: per farsi vedere dagli ascoltatori sale su una pietra. Questa si innalza miracolosamente per portarla più in alto, rimanendo sospesa in aria.
• Durante la festa di san Nicola del 1250, le appare la Madonna che la invita a diventare terziaria francescana.
• A Vitorchiano sfida un mago che, con la sua influenza, soggioga tutta la popolazione. Rosa fa accendere un rogo sulla piazza e vi resta illesa per tre ore: quando ne discende senza nessuna ustione, il mago si getta ai suoi piedi.
• Dopo pochi anni dalla sua morte, Rosa appare per tre volte a papa Alessandro IV, che in quel tempo dimora a Viterbo, invitandolo a far trasferire il suo corpo nel monastero delle Clarisse.
Spiritualità
Non riuscendo a entrare tra le Clarisse, trasforma la sua cameretta in una cella e trascorre il tempo nella più alta contemplazione e nelle più aspre penitenze.
Morte
Muore a soli 18 anni (come lei stessa ha predetto), forse consunta dalla tisi o forse anche a causa della rarissima e grave malformazione fisica caratterizzata dalla mancanza dello sterno che può causare la morte entro i primi tre anni di vita. Sei anni dopo la morte il suo corpo, trovato incorrotto, viene trasferito nel monastero delle Clarisse di Santa Maria delle Rose, dove tutt’ora si conserva. E’ canonizzata nel 1457. Nel 1922 è nominata patrona della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Ogni 4 settembre, anniversario della traslazione del suo corpo nel monastero delle Clarisse, è festeggiata a Viterbo. La sera del 3 settembre viene trasportata per le vie della città la “macchina di Santa Rosa“, una specie di torre portata da un centinaio di uomini (chiamati “facchini” e vestiti in bianco con una fascia rossa sulla vita).
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi