Santa Maria Eufrasia Pellettier, Fondatrice delle Suore del Buon Pastore, Noirmoutier (Francia), 31/07/1796- Angers (Francia), 24/04/1868. Rosa Virginia Pelletier nasce nell’isola di Noirmoutier, nella Vandea, dove la sua famiglia è stata confinata perché non aderisce agli ideali della Rivoluzione francese.
Avvenimenti
• A 16 anni entra nel convento di Tours della Congregazione di Nostra Signora della Carità del Rifugio.
• Nel 1825, a soli 29 anni, è eletta superiora e istituisce nella Congregazione “le Maddalene”: le ragazze riportate sulla retta via possono diventare religiose sul modello carmelitano con Regola e abiti poveri. Viene rieletta superiora per cinque volte consecutive.
• Nel 1829 è inviata ad Angers a fondare una nuova casa (“Rifugio”): la Casa del Buon Pastore. Inizia a progettare una fondazione, parallela alla Congregazione di Nostra Signora della Carità del Rifugio, ma non più concepita come una federazione di monasteri indipendenti tra loro, bensì posta sotto la guida di un’organizzazione centrale, diretta da una superiora generale (in modo da poter ricorrere a risorse comuni nei momenti di crisi o di espansione di ogni singolo convento). Per questa sua idea di una centralità organizzativa è accusata di ambizione e interesse personale: alcuni vescovi si oppongono ai suoi piani per il timore di perdere giurisdizione sui conventi residenti nelle loro diocesi.
• Manda una supplica a Gregorio XVI perché tutte le Fondazioni partite dal monastero di Angers siano poste sotto un’unica Famiglia religiosa. Da Roma la fondatrice riceve l’istruzione di fare riferimento solo al cardinale Odescalchi, protettore della Congregazione. Per questa sua sottomissione a un’autorità straniera, mons. Angebault, nuovo vescovo di Angers anche pubblicamente la ingiuria e umilia senza pietà e senza carità; ma ella, pur soffrendo intensamente, non reagisce e tace.
• La fondazione di Angers diventa quindi la nuova Congregazione delle Suore del Buon Pastore e ne diviene superiora generale a vita. Lo spirito della sua Congregazione è uguale a quello di Tours e, come per san Giovanni Eudes, si fonda sul grande amore per i sacri cuori di Gesù e Maria.
• E’ una delle fondatrici più fertili: alla sua morte lascia 960 Maddalene, 2376 suore in 111 comunità con 15 mila ragazze da educare.
• Di lei rimangono conferenze e istruzioni, oltre a millecinquecento lettere.
Personalità
Volontà straordinaria, indomabile e perseverante, che le permette di superare per quasi quarant’anni delle difficoltà inimmaginabili. Grande capacità organizzativa: hanno detto di lei: “Ella era capace di governare un regno”. “Che donna! E che mente! Ella sarebbe capace di governare la Chiesa stessa” (vescovo Nogret).
Spiritualità
Profonda fede, unione e abbandono nel Signore, che le permettono di superare le grandi sofferenze causatele dalla sua fondazione. Le sue devozioni più sentite sono per l’Eucarestia e per la Vergine. E’ letteralmente consumata, come lei stessa ammette, per la salute delle anime. Profonda sottomissione alla volontà divina, specie durante gli ultimi giorni Grande educatrice sia delle sue suore sia delle giovani, alle quali insegna soprattutto con il suo mirabile esempio.
Morte
Viene colpita da un tumore: prima di morire deve sopportare grandi sofferenze. La mattina di Pasqua fa questa considerazione: «Nostro Signore oggi è risuscitato; io, invece, sono ancora sul Calvario! Sia fatta la sua volontà!». Dopo essersi confessata, regala al suo direttore spirituale che è venuto a trovarla il crocifisso che ha sempre tenuto tra le mani durante la malattia. II 24 aprile riesce, con un filo di voce, a scambiare qualche parola con le superiore che le sono accanto. Verso le ore 15:00, sentendosi venir meno, pronuncia le sue ultime parole: «Addio! Addio, figlie! Addio, Istituto!». Entra in agonia con gli occhi chiusi: respira penosamente. Le sue suore le suggeriscono giaculatorie e avvicinano alle sue labbra, ormai immobili, il crocifisso. Verso le 18:00 si addormenta nella pace del Signore, così dolcemente e alcune suore che le sono accanto non si accorgono della sua morte. Le sue reliquie sono venerate ad Angers, nella cappella della Congregazione. Viene canonizzata nel 1940.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi