San Venanzio di Camerino, martire e patrono di Camerino, Camerino (Macerata), 235 ca. – Camerino, 250 ca. Proviene da una nobile famiglia. Viene convertito alla fede cristiana dal sacerdote San Porfirio, che è stato il primo a predicare il Vangelo in quella zona dell’appennino marchigiano. Quando nel 250 l’imperatore Decio inizia a perseguitare i cristiani, il prefetto di Camerino Antioco, dopo aver tentato inutilmente e con insistenza di far abiurare a Venanzio la fede cristiana, lo condanna a terribili torture: flagellazione, carboni accesi sul capo, rottura dei denti e della mandibola. Come se non bastasse, Venanzio viene gettato in una cloaca ed è lasciato in pasto a leoni affamati, che si accoccolano ai suoi piedi. Fatto cadere dalle mura, viene trovato indenne in preghiera. Dopo esser stato trascinato tra i rovi, Venanzio fa sgorgare da una roccia una sorgente, per dissetare i suoi persecutori: questi si accorgono che la pietra dove il Santo si è inginocchiato porta le impronte delle sue ginocchia. Molti di loro si convertono alla fede cristiana.
Morte
Venanzio, risultato illeso dalle torture, è attorniato dai vari soldati che, assistendo ai prodigi con cui ha superato le terribili prove, si sono convertiti alla fede cristiana. Antioco lo accusa di averli sedotti (non dubitava della loro fedeltà) e, poiché non riesce a farli desistere dal loro proposito di seguire il Cristo, condanna dieci di loro, insieme a Venanzio, alla decapitazione. Il luogo del martirio è poco fuori la città, dove poi viene edificata la basilica in onore del Santo e dove sono venerate le sue reliquie e quelle del suo maestro Porfirio. All’alba del 18 maggio Venanzio, che ha condotto i soldati alla fede, guida gioiosamente al martirio, inteso come suprema testimonianza di fedeltà al Signore, i convertiti. Dice ai compagni che Dio li sta per accogliere con una ricompensa infinita di gioia e di gloria, ed è il primo ad abbassare il capo per offrirsi al carnefice. Dopo la sua uccisione un violento terremoto distrugge la dimora del prefetto Antioco, che viene seppellito dalle macerie. Con la Signoria dei Da Varano, fin dalla fine del 1200, san Venanzio diventa protettore della città di Camerino. E’ anche protettore dalle cadute (sia spirituali che materiali), dal mal di testa e dei giovani delle Marche. Nel 1259 durante il saccheggio di Camerino da parte delle truppe di Manfredi, le reliquie di San Venanzio vengono trafugate e portate nel Castel dell’Ovo a Napoli. Vengono restituite a Camerino nel 1269 per ordine del Papa Clemente IV.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi