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San Servazio: ecco perché fa parte dei “Santi di ghiaccio”

San Servazio, Penestria (Armenia), 300 ca.- Maastricht (Paesi Bassi), 13/05/384. Pochi i dati sicuri sulla sua vita.

Avvenimenti

Viene consacrato vescovo di Tongeren; probabilmente alla fine del suo episcopato la sede viene trasferita a Maastricht.

Partecipa al concilio di Sardica, dove viene ricordato come uno dei più tenaci sostenitori di sant’Atanasio nell’affermare la divinità di Cristo. Partecipa anche al concilio di Rimini del 359.

• Sulla questione della natura di Gesù, ingannato dagli ariani, firma una formula ambigua, che in seguito disconosce dopo che sant’Ilario di Poitiers lo informa del reale significato del documento.

• Alla fine della sua vita intraprende un pellegrinaggio penitenziale a Roma sulla base di una profezia secondo la quale Attila avrebbe occupato la Gallia, cosa che realmente avviene proprio nell’anno della sua morte.

Aneddoti

• Nell’occasione della sua Ordinazione sacerdotale a Gerusalemme, ha la visione di un angelo che lo invita a evangelizzare la Gallia Belgica.

• Durante il pellegrinaggio a Roma riceve in dono dal pontefice un calice e una chiave d’argento che contengono limature delle catene di san Pietro.

• Fa parte dei “Santi di ghiaccio”, che vengono invocati contro i danni che, verso la metà di questo mese, le possibili gelate notturne possono portare alle piante ancora giovani.

Morte

La tradizione racconta che Servazio, sentendo vicina la morte, si trasferisca a Maastricht, dove desidera essere sepolto. Le sue reliquie sono venerate in un prezioso reliquiario finemente cesellato.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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