San Pio V, “l’inventore” del Rosario

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Come pregare, a casa e in famiglia, in questo tempo di isolamento? Papa Francesco, alle porte del mese dedicato alla Vergine, invita i fedeli a “contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria” recitando il rosario che “ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”. Un uomo che nella sua vita ha testimoniato un’esemplare dedizione a questa preghiera indirizzata alla giovane di Nazareth, è San Pio V, il Papa che il 7 ottobre 1571 ha istituito la festa della Madonna del rosario. Ma vedremo più avanti il motivo che spingerà il Pontefice a fissare una tale ricorrenza. San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, nasce a Bosco Marengo (Alessandria) nel 1504 da una nobile ma decaduta famiglia bolognese. Si conosce poco della sua infanzia tranne il fatto che sicuramente subisce i disagi della povertà e lavora nei campi come pastore per contribuire al sostentamento dei suoi. A 14 anni entra nell’Ordine dei Predicatori e compie l’itinerario formativo nei conventi di Vigevano, Bologna e Genova, assumendo il nome religioso di Michele.

Già allora, come dice Giovanni Paolo II, “si applica senza tregua a percorrere il cammino della perfezione evangelica mediante la preghiera e lo studio attingendo abbondantemente alle sorgenti della parola di Dio secondo il carisma domenicano”. Si appassiona alle opere di San Tommaso d’Aquino che egli stesso, eletto al soglio di Pietro, dichiarerà Dottore della Chiesa. Ordinato sacerdote nel 1528, viene incaricato da Paolo III di vigilare sulla purezza della fede nelle regioni di Padova, Pavia e Como. Si impegna strenuamente nel ricercare sempre l’autentico bene dei fratelli, fedele a un motto che fa proprio: “camminare nella verità”. Nominato a Roma Commissario per la dottrina della fede, viene eletto vescovo e poi cardinale nel 1557. A 62 anni diventa Papa. Si narra che il giorno dell’incoronazione, anziché far gettare monete al popolo come consuetudine, preferisce soccorrere a domicilio molti bisognosi di Roma. Durante il pontificato continua a vestire il bianco saio domenicano, a riposare sopra un pagliericcio, a cibarsi di legumi e frutta, dedicando l’intera sua giornata al lavoro e alla preghiera.

Contribuisce a incrementare la pratica del rosario strutturandolo attorno a 15 misteri (quelli giunti fino a noi prima dell’introduzione dei misteri luminosi da parte di Papa Wojtyla nel 2002). “Al suo diffondersi – afferma – i fedeli, infiammati da quelle meditazioni e infervorati da quelle preghiere, cominciarono d’un tratto a trasformarsi in altri uomini; le tenebre delle eresie cominciarono a dileguarsi, e a manifestarsi più chiara la luce della fede cattolica”. Si dedica a ravvivare le opere cristiane in ogni componente del popolo di Dio, imprimendo alla Chiesa una provvidenziale spinta evangelizzatrice. Instancabile nel lavoro pastorale, cerca contatti diretti con tutti concedendo udienza al popolo anche per dieci ore consecutive, senza tener conto della fragilità del suo stato di salute.  Risoluto e inflessibile, la sua figura è legata in particolare alla Controriforma per aver combattuto l’eresia, e alla Lega Santa, la coalizione militare che costituisce con gli Stati europei per contrastare l’avanzata dei Turchi in Europa. In un suo Breve nel quale promulga il Giubileo scrive: “Ancorché le forze dei Nostri nemici siano ingenti, tuttavia Colui che è con Noi è più forte di chi è contro di Noi, ed il Signore può benissimo salvarci, sia con un piccolo numero, come con una grande moltitudine”.

Il 7 ottobre del 1571 la flotta turco musulmana, composta da 300 navi, sferra l’attacco decisivo nel golfo di Lepanto con l’intento di piegare definitivamente i cristiani. Dopo tre ore di rabbiosi combattimenti, le forze alleate della Lega Santa sconfiggono quelle ottomane. Alla notizia della vittoria, Pio V dà ordine di far suonare a festa tutte le campane della città eterna. E come segno di ringraziamento alla Madonna – nei giorni precedenti al combattimento aveva invitato i romani a pregare il rosario – istituisce la ricorrenza della Beata Vergine del rosario. San Pio V è molto attivo anche dal punto di vista teologico e liturgico pubblicando i nuovi testi del Messale, del Breviario e del catechismo romano. Non trascura mai la carità adoperandosi per l’assistenza di poveri e bisognosi che ascolta pazientemente e conforta con aiuti pecuniari. Fa visita e cura egli stesso i malati creando strutture di assistenza e sostegno come il Monte di Pietà, oltre gli ospedali di San Pietro e Santo Spirito.

Durante la carestia del 1566 sopprime qualsiasi spesa superflua, distribuisce viveri e organizza servizi sanitari. Riduce i costi della corte papale, afferma l’importanza del cerimoniale e impone l’obbligo di residenza dei vescovi ostacolando qualsiasi forma di nepotismo. Dà prova di grandi capacità anche nei confronti delle monarchie europee: riesce a far riconoscere le decisioni del Concilio di Trento in Italia, Germania, Polonia e Portogallo. Scomunica Elisabetta I d’Inghilterra con l’intento di appoggiare le forze cattoliche determinate a favorire l’ascesa al trono di Maria Stuarda. Crea una commissione cardinalizia per organizzare e regolare l’evangelizzazione di America, Africa e Asia. Spossato da una lunga malattia, sale al cielo nel 1572. Poco prima di esalare l’ultimo respiro, radunati i cardinali attorno al suo letto di morte, rivolge loro queste parole: “Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità”.

Macario Tinti: