San Mattia, Apostolo e martire, m. Etiopia, 63 ca. Il suo nome, che significa “Dono di Dio”, è unico in tutta la Bibbia. Secondo Eusebio di Cesarea è uno dei settantadue discepoli df Gesù. E’ chiamato dagli Apostoli a prendere il posto del traditore Giuda dopo l’ascensione di Gesù al cielo. Della sua elezione parlano gli Atri degli Apostoli (1,15-26). Gesù ha stabilito che Apostoli debbano essere dodici; dopo una preghiera è il sorteggio a decidere per Mattia: l’altro candidato è un certo Giuseppe, detto Barsabba.
Mattia ha ascoltato gli insegnamenti di Gesù fin dall’inizio della sua vita pubblica ed è stato anche tra i testimoni della sua risurrezione. All’inizio svolge la sua attività missionaria in Giudea, in seguito in zone abitate esclusivamente dai pagani. Vari scritti apocrifi sono attribuiti a lui: Vangelo secondo Mattia, Le tradizioni di Mattia, I discorsi segreti di Gesù a Mattia. «Molto dotto nella legge del Signore, prudente nell’animo, acuto nella spiegazione della Sacra Scrittura, provvido nel dare Consigli, gradevole nella predicazione, operatore di miracoli, testimone (del Risorto) elevò mani al cielo e rese lo spirito» (Eusebio di Cesarea).
Morte
Diffonde la fede in Etiopia, dove viene martirizzato. Si pensa che prima sia stato lapidato e poi finito con un colpo di scure. Agli inizi del IV secolo le sue reliquie vengono portate a Treviri dal vescovo Agrizio. A Santa Maria Maggiore a Roma si conserva il reliquiario contenente il suo cranio.
Iconografia
A volte viene rappresentato con la scure, lo strumento del suo martirio.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi