San Malachia, Profeta dell’Antico Testamento Sofa (Palestina), 519 a.C. ca,-Sofa, 425 a.C. ca. Poche e incerte le notizie sulla sua vita. Il suo nome significa “mio messaggero”. E’ della tribù di Zabulon. E’ l’ultimo dei profeti minori dell’Antico Testamento: per questo motivo gli ebrei o chiamano “il Sigillo dei profeti”.
Il suo libro è composto da tre capitoli e si colloca nel periodo successivo all’esilio babilonese A33-397 a.C.). Vive dopo il ritorno dalla “cattività”. Dopo la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, passati gli iniziali entusiasmi, il popolo ebraico compie varie disobbedienze alla legge divina. Malachia rimprovera il popolo eletto che, impregnato di esteriorità, è ancora col cuore troppo lontano da Dio e lo invita a pentirsi del suo comportamento di non riconoscenza al Signore, poiché il gran privilegio di essere stirpe eletta comporta anche seri obblighi. Rimprovera severamente i sacerdoti che trascurano il culto dovuto al Signore. E’ intransigente nel condannare il mal costume, come lo è nel difendere l’indissolubilità del matrimonio. Si oppone ai matrimoni misti.