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San Luciano di Antiochia: cosa narra la leggenda sulla sua morte

San Luciano di Antiochia, sacerdote e martire. Edessa (Turchia) – Nicomedia (Turchia), 7 gennaio 312. Fin da giovane si dedica con impegno allo studio delle Sacre Scritture.

Avvenimenti

  • Ordinato sacerdote, si dedica con entusiasmo alla predicazione. Fonda una scuola di esegesi (studio e commento della Sacra Scrittura): per questo è circondato da numerosi discepoli.
  • Si dedica a una traduzione della Bibbia, poi apprezzata anche da San Girolamo. Gli ariani, servendosi dell’autorevolezza del suo nome, tentano di avallare i loro errori dottrinali.
  • Nel 303 con la pubblicazione delle persecuzioni di Diocleziano viene arrestato e, rifiutatosi di rinnegare la fede, è tenuto in carcere per nove anni.

Morte

Nel 311 quando l’Oriente passo sotto il potere dell’Imperatore Massimiano, si assiste a un inasprimento delle persecuzioni contro i cristiani. Luciano è riportato in tribunale di fronte al governatore: ancora una volta sostiene con fermezza la sua appartenenza alla fede cristiana. E’ di nuovo imprigionato e lasciato senza cibo. Dopo quattordici giorni di digiuno assoluto, gli viene offerta della carne immolata agli dei pagani: Luciano si rifiuta decisamente di mangiare. Di nuovo interrogato dal governatore, risponde con forza solo due parole: “Sono cristiano!”. Il 7 gennaio 312 è decapitato. La leggenda narra che il suo corpo, gettato in mare, sia riportato a riva sul dorso di un delfino. 

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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