Spiritualità

San Giuseppe da Copertino: ecco chi è il frate che sapeva “volare”

Il 18 settembre la Chiesa celebra San Giuseppe da Copertino, il santo che “volava”. Dopo due anni di aridità spirituale, a frate Giuseppe si accentuarono i fenomeni delle estasi con levitazioni. Dava improvvisamente un grido e si elevava da terra quando si pronunciavano i nomi di Gesù o di Maria, nel contemplare un quadro della Madonna, mentre pregava davanti al Tabernacolo; una volta volando andò a posarsi in ginocchio in cima ad un olivo, rimanendovi per una mezz’ora finché durò l’estasi.

Frate Giuseppe costituì un problema per i suoi Superiori, che lo mandarono in vari conventi dell’Italia Centrale, per distogliere da lui l’attenzione del popolo, che sempre più numeroso accorreva a vedere il santo francescano. Di lui si interessò l’Inquisizione di Napoli, che lo convocò per capire di che si trattasse e nel monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, davanti ai giudici, Giuseppe ebbe un’estasi; la Congregazione romana del Santo Uffizio alla presenza del papa Urbano VIII, lo assolse dall’accusa di abuso della credulità popolare e lo confinò in un luogo isolato, lontano da Copertino e sotto sorveglianza del tribunale.

Le origini di San Giuseppe da Copertino

Giuseppe Maria Desa nasce il 17 giugno 1603 a Copertino (Lecce) in una stalla del paese. Il padre era maestro nella fabbricazione dei carri, persona di fiducia dei signori locali; la mamma proveniva da una famiglia benestante.

A quasi 17 anni, lasciò la madre e bussò alla porta dei Frati Francescani Conventuali, convento detto della “Grottella” vicino Copertino. Qui un suo zio era stato padre Guardiano. Dopo un periodo di prova fu mandato via, per la sua poca letteratura, per semplicità ed ignoranza.

Passò allora dai Francescani Riformati, ma anche questi dopo un po’ lo rifiutarono. Si diresse allora dai Cappuccini di Martina Franca. Nel marzo 1621 è rimandato a casa, sostenendo che non era adatto alla vita spirituale né ai lavori manuali.

Dopo molte peripezie riuscì a farsi accettare nuovamente dai Conventuali della “Grottella” e ben presto chiese di diventare sacerdote. Fu ordinato il 4 marzo 1628. Morì il 18 settembre 1663 a 60 anni.

Macario Tinti

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