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San Domenico Savio, la “buona stoffa” nella mani di don Bosco

San Domenico Savio, confessore, Riva di Chieri (Torino), 2/04/1842 – Mondonio (Asti), 9/03/1857. E’ il più giovane santo non martire della storia della Chiesa.

Avvenimenti

È allievo di san Giovanni Bosco, che ne scrive la biografia e che, dopo averlo conosciuto, afferma: «Vidi che il bambino era veramente ripieno di Spirito Santo e mi stupii dell’opera della grazia divina in un ragazzo cosi piccolo».

Nel 1856 fonda la Compagnia dell’Immacolata: il regolamento da lui redatto rappresenta un’importante testimonianza della sua elevata spiritualità.

Aneddoti

All’età di 5 anni è in grado di servire la Messa e spesso arriva in chiesa prima del parroco. Una mattina, quando sta nevicando, il sacerdote lo trova tutto cosparso di bianchi fiocchi di neve e associa il candore della neve fresca al candore della purezza di Domenico.

• Durante la scuola alcuni compagni l’accusano di essere il colpevole di una certa mancanza, il maestro fa fatica a crederlo, ma Domenico si accusa. Giorni dopo, accertata la sua innocenza, al maestro che gli chiede perché non si è discolpato risponde che si è comportato in questo modo per evitare che i veri colpevoli fossero puniti e poi per imitare Gesù.

• Un giorno i compagni sono impensieriti perché Domenico è sparito, lo cercano in ogni angolo della casa ma senza risultato e avvisano don Bosco che, conoscendolo bene, sa dove trovarlo: si reca in chiesa e lo vede in contemplazione dietro l’altare, presso il quale varie ore prima ha ricevuto la santa Comunione.

• Si avvicina a un uomo che sta bestemmiando e gli chiede una certa informazione. L’uomo gli risponde che non è in grado di potergli fare questo favore. Domenico allora gli dice che se un favore vuole farglielo veramente, questo consiste nel non bestemmiare più.

Durante l’epidemia di colera, entra in un palazzo e chiede al padrone se vi sia qualcuno colpito dalla malattia. Il padrone nega la presenza di persone malate, il giovane insiste e ottiene di perlustrare anche il solaio. Viene trovata una vecchia domestica, che all’insaputa del proprietario abita quel luogo. Domenico trovandola ridotta in fin di vita chiama un sacerdote che la prepara all’incontro con il Signore.

Entra con impeto nella camera di don Bosco e vincendo le resistenze del Santo lo convince a seguirlo. Entrano in un palazzo, al terzo piano Domenico suona il campanello e invita don Bosco a entrare, dicendo che c’è un signore che ha urgente bisogno di lui. C’é infatti un moribondo che da cattolico si è fatto protestante e che giunto alla fine della propria vita vuole morire nella fede cattolica. Poco dopo aver ricevuto l’Unzione degli infermi, l’uomo muore. Don Bosco chiede a Domenico come sia venuto a conoscenza di questa situazione. Il giovane assumendo un’aria di dolore, scoppia a piangere. Allora don Bosco non ritiene opportuno indagare ulteriormente.

• Un giorno Domenico chiede a don Bosco il permesso di poter tornare per un giorno a Mondonio perché la madre è molto ammalata; la Madonna però, desidera farla guarire. Giunto a casa abbraccia la madre, le mette al collo lo scapolare della Vergine e riparte per il collegio. Appena partito il figlio, la donna guarisce rapidamente.

• A don Bosco, che gli dice che è fatto di una buona stoffa, risponde che lui deve essere il suo sarto e che lo deve lavorare bene.

• Una volta chiede a don Bosco quali penitenze debba fare per farsi santo; l’interpellato, molto meravigliato di una simile domanda, gli risponde che l’unica penitenza consiste nel fare perfettamente il proprio dovere, essere generoso con tutti, sorridere molto ed essere sempre allegro e felice, anche nelle difficoltà e nelle sofferenze.

Personalità

Carattere aperto allegro e gioviale, è amato dagli insegnanti e dagli amici per la sua grande bontà e generosità. Dotato di grande dolcezza e delicatezza, riesce a consigliare e anche a riprendere senza mai offendere e umiliare. Grande autocontrollo nel sopportare maltrattamenti (pugni e calci) per il suo impegno fino all’intransigenza nell’opporsi al male e nell’impedire le bestemmie e i cattivi discorsi.

Spiritualità

Nulla di straordinario nel suo comportamento e nelle sue azioni, se non la fuga costante da ogni peccato (anche veniale) e il grande amore per la purezza. Raggiunge la santità attraverso i sacrifici quotidiani, la preghiera raccolta, la gioia anche nei momenti di dolore. Grande attaccamento a Gesù Eucaristia: dopo la Comunione, a volte sembra rapito in estasi. Ha una grande devozione alla Madonna. Don Bosco, poco dopo la morte di Domenico, in sogno chiede al ragazzo che cosa l’abbia confortato di più nel momento del trapasso e que sto gli risponde: «L’aiuto della Madonna».

Pensieri e insegnamenti

«Non sono in grado di fare grandi cose, ma voglio che tutto ciò che faccio, anche la cosa più piccola, sia per la maggior gloria di Dio».

«Qui da noi ci si fa santi con l’allegria».

«Una sincera, filiale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di lei, una devozione costante ci renderanno superiori a ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso noi stessi, amorevoli col nostro prossimo ed esatti in tutto».

«Maria, vi dono il mio cuore; fate che sia sempre vostro. Gesù e Maria siate sempre gli amici miei, ma per pietà fatemi morire piuttosto che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato».

Morte

Le ultime parole che dice a don Bosco prima di ritornare a casa sono: «Lei vuol farmi partire. Se fossi rimasto, sarebbe stato un disturbo solo di pochi giorni. A ogni modo fatta la volontà di Dio. Preghi perché possa fare una buona morte. Arrivederci in Paradiso”. Si spegne la sera del 9 marzo 1857, dopo soli cinque giorni di malattia, per una grave forma polmonite, Anche le assurde terapie del tempo contribuiscono ad accelerare la sua fine: viene sottoposto in pochi giorni a ben dieci salassi. Un istante prima di morire dice al padre che gli è vicino: «Papà … oh, che bella cosa io vedo mai!». «Già fatto oggetto di numerose grazie in questa vita, lasciò prematuramente questa terra, per ricevere con l’intercessione della Reg del ciclo la ricompensa per il suo amore filiale a Dio» (Pio XII, durante la canonizzazione 1954). È sepolto nella basilica di Maria Ausiliatrice di Torino.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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