San Nicola di Flüe, Eremita e patrono della Svizzera Flüeli-Ranft (Svizzera), 1417 – Sachseln (Svizzera), 21/03/1487. Nasce in una fattoria vicino al lago di Lucerna. Pur avendo, fin da giovane, la vocazione alla vita eremitica, deve accettare cariche civili e perfino militari.
Avvenimenti
• Quando è costretto a partecipare a spedizioni militari, si impegna affinché i vinti vengano sempre trattati umanamente e i bambini e le donne risparmiati.
• Sposa Dorotea Wyss: hanno cinque figli maschi e cinque femmine.
• Compiuti i 50 anni, riceve dalla moglie e dai figli maggiori il permesso di “abbandonare” il mondo.
• Per diciannove anni vive solo d’Eucaristia (come viene accertato da un’indagine commissionata dal vescovo diocesano).
• Quando la Svizzera viene minacciata di invasione da parte dell’Austria e quando le discordie tra i cantoni svizzeri evidenziano il rischio di una guerra civile, Nicola abbandona il suo rifugio. Per questo riceve il titolo di “Padre della patria”: dopo ogni missione in favore dello Stato torna nel suo rifugio a pregare.
• Viene chiamato “Bruder Klaus”, fratello Nicola e, pur non sapendo né leggere né scrivere, diviene un consigliere ricercato sia dai contadini sia dai grandi e potenti. É il simbolo della convivenza in armonia e della vittoria senza guerra (grazie alla pacificazione e alla concordia).
Pensieri e insegnamenti
«O mio Signore e mio Dio, allontana da me tutto ciò che mi allontana da te. 0 mio Signore e mio Dio, elargiscimi tutto ciò che mi porta più vicino a te. O mio Signore e mio Dio, liberami da me stesso e concedimi di possedere soltanto te».
Morte
Il suo direttore spirituale lo trova disteso sul pavimento del suo romitorio, in preda a violenti dolori addominali; avvisata la famiglia, la moglie giunge con alcuni figli che l’assistono fino alla fine. Dopo la sua morte vengono trascritti nel registro della chiesa del paese numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione. Pio XII lo canonizza nel 1947 e lo proclama anche patrono della Svizzera. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa di San Teodulo di Sachseln.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi