San Giovanni Battista, profeta e martire. Ain – Karem (Gerusalemme, Palestina), sei mesi prima di Cristo – Macheronte? (Transgiordania), 29 ca. Per quanto ci si sforzi di annunciare adeguatamente la gloria e la grandezza del Precursore, non si arriverà mai a eguagliare l’elogio che Gesù fa di lui, affermando: «Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni» ( Lc 7.28 ). La festa della nascita del Battista si celebra nel solstizio dell’estate, sei mesi prima della nascita del Salvatore (ricordata nel solstizio dell’inverno).
La coincidenza di questa festa con il solstizio d’estate, giorno in cui le giornate iniziano ad accorciarsi, simboleggia le parole di Giovanni: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» ( Gv 3,30 ). La natività del Precursore del Signore ha un chiaro riferimento alla nascita del Redentore, celebrata sei mesi dopo. Mentre per tutti i santi la festa ricorre il giorno della loro morte (perché in quel giorno fanno il loro ingresso in Paradiso), per la Madonna e per san Giovanni Battista viene celebrata anche la festa della nascita in terra: la Vergine viene concepita senza peccato, Giovanni viene sciolto dal peccato nel seno materno quando la Madonna incontra la cugina Elisabetta.
Gesù e Giovanni s’incontrano e si salutano nel seno delle rispettive madri. In relazione alle parole dette dall’angelo Gabriele alla Vergine: « Questo è il sesto mese per Elisabetta» ( cfr . Le 1,36 ), la sua nascita è fissata tre mesi dopo l’Annunciazione e sei mesi prima della nascita di Gesù. Giovanni è figlio di Zaccaria ed Elisabetta, ormai in età avanzata: la sua nascita è annunciata al padre dall’arcangelo Gabriele. Quando Zaccaria osa chiedere a Gabriele un segno che attesti la veridicità dell’evento annunciato, l‘arcangelo lo rende muto e gli dice che parlerà di nuovo alla nascita del figlio. Otto giorni dopo la nascita, Giovanni deve essere circonciso e il suo nome registrato: Zaccaria, riacquistata la parola, dice: «Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade» ( Lc 1,68-76 ).
Giovanni si ritira in giovane età nel deserto, poi si trasferisce sulle rive del Giordano per predicare l’avvento del Messia. La sua chiamato missione, infatti, è quella di precursore e preparatore della venuta del Salvatore: Giovanni è chiamato “Battista”, cioè “il battezzatore”, perché con questo atto stimola coloro che incontra a purificare la propria vita. Egli stesso battezza Gesù nel Giordano.
«Fin dal grembo materno esultò per la venuta del Redentore; nella sua nascita preannunciò i prodigi dei tempi messianici e, solo fra tutti i profeti, indicò al mondo l’Agnello del nostro riscatto. Egli battezzò nelle acque del Giordano lo stesso Figlio di Dio, autore del Battesimo e rese a lui la testimonianza suprema con l’effusione del sangue» (Prefazio della festa).
Giovanni trascorre la sua vita lottando contro ogni ipocrisia e immoralità, rimanendo coerente anche quando deve contrastare re e potenti, ai quali rimprovera la condotta immorale. Per la sua vita nel deserto viene preso a modello dal nascente monachesimo. Oltre sessanta città italiane lo onorano come patrono: la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma è considerata la chiesa madre di tutte le chiese del mondo.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi