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L’esempio di san Pietro di Agnani: spirito di povertà e fedeltà al Pontefice

San Pietro di Anagni, Vescovo benedettino Salerno, 1035 ca.- Anagni (Frosinone), 1105 Proviene da famiglia nobile. Rimasto orfano, viene affidato ai benedettini. Diventa monaco benedettino. Viene inviato a Roma da Ildebrando di Soana (futuro Gregorio VII), che lo segnala ad Alessandro II.

Avvenimenti

Papa Alessandro II lo stima molto e lo invia in missione diplomatica a Costantinopoli presso l’imperatore Michele VII. Partecipa alla prima crociata.

Consacrato vescovo a Roma da papa Alessandro II, il suo episcopato dura quarantatré anni.

Rivendica i beni della Chiesa usurpati dai laici. Ha il merito di aver ricostruito la cattedrale dedicata a san Magno martire, patrono della città.

Spiritualità

Grande spirito di raccoglimento a cui è stato abituato fin da fanciullo. Si impegna soprattutto nel restaurare la disciplina e la formazione morale del suo clero. Grande spirito di povertà e distacco dai beni terreni. Assoluta fedeltà al pontefice.

Morte

Muore in concetto di santità, venerato da tutti i concittadini. Viene canonizzato a Segni, dopo soli cinque anni dalla morte, da papa Pasquale II.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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