Già san Paolo nella Lettera ai Filippesi evidenzia la venerazione per il nome di Gesù. La festa liturgica viena istituita grazie alla devozione al Santissimo Nome di Gesù, promossa da san Bernardino da Siena e dai suoi allievi e confratelli: Alberto da Sarteano e Bernardino da Feltre. San Bernardino definisce il nome di Gesù: “Lo splendore dei predicatori” e ne fa oggetto costante delle sue straordinarie catechesi.
Il Messia che nella sua vita terrena ha portato il nome di Gesù (che significa “Javhè salva”), impostogli alla nascita da san Giuseppe, è stato deciso in cielo: “Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20b-1). La festa viene estesa a tutta la Chiesa nel 1721 da Innocenzo XIII.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi