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Epifania: festa del dono

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Voi date ben poco quando date dei vostri beni. E’ quando date voi stessi che date davvero. (Khalil Gibran). I Magi ci insegnano ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del “piccolo cabotaggio”, ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello…(papa Francesco).

La solennità dell’Epifania ci ricorda che ogni persona è importante ed è un gran dono di Dio. I re magi, che potrebbero essere una metafora dell’uomo moderno che cerca la luce, vengono dall’oriente e sono alla ricerca della Stella della Redenzione: il Vero Regalo della vita. I tre doni sono dei simboli che appartengono ad ognuno di noi.

Oro: simbolo della regalità del bambino Gesù, ci ricorda che siamo tutti di “sangue blu”,
figli di un Re e ognuno di noi vale più dell’oro, delle stelle e dell’universo intero.

Incenso: simbolo della divinità, ci ricorda che siamo chiamati ad adorare Dio con il silenzio della preghiera, come dice il salmo: “Come incenso salga a te la mia preghiera (Sal 141,2)”. La preghiera ci fa “salire” al cielo, come una scala, per poi, farci discendere nella vita quotidiana e farci “sporcare” le mani nella realtà.

Mirra: simbolo della morte e anticipazione della Passione del Signore, ci ricorda che la
sofferenza appartiene a tutta l’umanità, ma può essere una risorsa per vivere la vita
diversamente ed un’offerta al Signore.

L’Epifania è la festa del dono, ognuno di noi è un tesoro meraviglioso, una perla preziosa, un cielo stupendo. Non ci dobbiamo svalutare o non dobbiamo lasciare a nessuno di svalutarci. Tutti siamo un regalo di Dio, un disegno del Suo Amore, un sogno sognato dall’eternità.

Concludo con questa preghiera anonima molto bella, da recitare al mattino appena svegli:

Signore, resta con me in questo giorno
e anima le mie azioni,
le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi
perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro
alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani
perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca
perché non dica cose false e vane
e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito
perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità,
ma sia sempre pronto ad accogliere
il tuo misterioso messaggio
per compiere, anche oggi, la tua volontà.

fra Emiliano Antenucci: