Santa Restituta d’Africa, vergine e martire Teniza (Tunisia), ? – Cartagine (Tunisia), 16/05/304. Si forma spiritualmente con gli insegnamenti di san Cipriano, vescovo di Cartagine. È solita ritirarsi nelle grotte per pregare con le sue compagne nella fede.
Morte
Fa parte del gruppo dei martiri di Abitina, uccisi durante la decima persecuzione dei cristiani del 304, indetta da Diocleziano. Restituta viene imprigionata dal tiranno Proclinio. Rifiutandosi decisamente di fare sacrifici agli dèi pagani, le vengono conficcati chiodi sui piedi e poi viene flagellata, dopo essere stata legata a un palo con i suoi lunghi capelli.
Sfinita dalle torture, viene messa in barca piena di stoppa intrisa di pece e accompagnata in alto mare da un’altra barca con i carnefici: una volta raggiunto il largo, questi danno alle fiamme la sua imbarcazione. La Santa rimane miracolosamente illesa, mentre le fiamme annientano l’imbarcazione degli aguzzini. Restituta, dopo aver ringraziato il Signore, invoca l’aiuto di un angelo che l’assista durante la traversata. Raggiunta la riva dell’isola di Ischia, chiede al Signore di poterlo raggiungere nella gloria senza fine e viene esaudita.
Una matrona cristiana di nome Lucina, avvisata da una visione angelica, si reca sulla spiaggia e trova nella barca il corpo splendente di Restituta, che viene poi sepolta alle falde del monte Vico, dove oggi sorge un santuario in suo onore. Le sue reliquie sono conservate nella cattedrale di Napoli.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi