Beato Giuliano di Sant’Agostino, laico frate minore Medinaceli (Spagna), 1550 ca. – Alcalá (Spagna), 8/04/1606. La famiglia di Giuliano Martinet è costretta a fuggire dalla Francia a causa della persecuzione giansenista.
Avvenimenti
• Entra da giovane tra i Frati Minori Scalzi di Salceda. Viene rimandato due volte a casa per le eccessive penitenze a cui si sottopone: lo considerano un fanatico esaltato. Si stabilisce vicino al convento e conduce una vita solitaria: chiede quotidianamente un tozzo di pane ai frati che, commossi per la sua vita santa lo riammettono per la terza volta.
• Ha il compito di accompagnare i predicatori suonando una campana per invitare i fedeli di ascoltare il sermone.
• Affidatogli l’incarico di questuante nel convento di Alcalá, lo svolge con grande umiltà e mortificazione; da vero apostolo diffonde di casa in casa il messaggio evangelico.
Spiritualità
Rigorosa osservanza alla Regola. Preghiera continua. Grande amore per poveri: esorta i ricchi affinché li aiutino. Grazie alla santità della sua vita compie numerose conversioni. S ‘impone austere penitenze: utilizza crudeli strumenti, non dorme in un letto ma appoggiato al muro.
Doni mistici e soprannaturali
Ha il potere dei miracoli, il dono della profezia. Viene consultato per la dote della scienza infusa dai professori della rinomata Università di Alcala.
Morte
Durante la sua ultima questua è colpito da una febbre molto violenta. Riceve ultimi sacramenti con molto fervore e si addormenta nella pace del Signore con il volto tu soffuso di luce divina. Rimane insepolto per diciotto giorni, durante i quali il corpo hi inflessibile ed emana un piacevole profumo. Viene subito venerato come santo, anche per i numerosi prodigi attribuiti alla sua intercessione. E’ beatificato nel 1825, anche grazie all’interessamento dei reali spagnoli. Nel 1835, durante la soppressione degli Ordini religiosi in Spagna, i suoi resti mortali sono traslati nella chiesa dei Gesuiti di Alcalá.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi