Beato Costanzo Servoli da Fabriano, Sacerdote Domenicano, nasce a Fabriano inizi XV secolo, muore ad Ascoli Piceno il 24 febbraio 1481.
Vita
Proviene da una famiglia di modeste condizioni. All’età di quindici anni entra nell’Ordine domenicano nel convento di Santa Lucia di Fabriano. Completa gli studi teologici a Bologna. E’ considerato uno dei più validi esponenti della riforma dell’Ordine Domenicano molto sentita in quel tempo.
Gli storici del suo Ordine che lo definiscono: “illustre e lucidissima stella del cielo domenicano“. Insegna con grande chiarezza teologia in vari conventi italiani. Partecipa alla riforma del convento di San Marco di Firenze nel periodo che il beato Angelico lo ha appena affrescato.
Il capitolo generale dell’Ordine lo incarica insieme ad altri due frati, a riformare il convento di Camerino. E’ priore a Fabriano, a Perugia e ad Ascoli. Riesce a portare la pace tra gli ascolani divisi da violente discordie.
Avvenimenti e aneddoti
Si dice che avesse goduto di una infanzia e di una giovinezza eccezionalmente sante.
Ha un temperamento tendente agli scrupoli che lo porta spesso a dubitare se la sua opera sia gradita realmente al Signore.
Nonostante le suppliche dei fabrianesi che sperano in un suo ritorno nella città natale, passa gli ultimi anni della sua vita ad Ascoli.
Spiritualità
Dimostra un grande amore per la preghiera che pratica quasi in modo ininterrotto. Oltre all’Ufficio divino recita anche quotidianamente l’intero ufficio dei defunti. Esercita con grande efficacia la predicazione caratterizzata da uno spirito di pacificazione. La sua fama di santità lo accompagna per tutta la vita.
Morte
Muore ad Ascoli Piceno, nel convento di San Domenico che restaura dalle fondamenta e dove fa rifiorire lo studio e lo spirito di disciplina e di preghiera. I funerali vengono celebrati a spese del consiglio cittadino di Ascoli che considera la sua morte una vera e proprio calamità pubblica. Il suo corpo riposa sempre ad Ascoli nella chiesa di San Pietro Martire. Il capo è venerato nella cattedrale di Fabriano. Viene beatificato da Pio VII nel 1821.
Tratto dal libro “I santi ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi