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Cosa racconta la leggenda sulla vita di San Longino

San Longino, centurione e martire Cesarea di Cappadocia (Turchia), I sec. Un martire di nome Longino (che significa “dalla lunga lancia”), veramente esistito, è venerato nella Cappadocia. La tradizione agiografica lo collega al soldato romano che trafigge, con la lancia, il costato di Gesù. Giovanni (19,34) scerive: «Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua». La leggenda afferma che il soldato, colpendo con la lancia il costato di Gesù, diventa cieco, ma il sangue uscito dal fianco di Cristo gli ridona la vista e lo converte alla fede cristiana.

Longino lascia l’esercito dopo essere stato istruito nella fede e battezzato dagli Apostoli. Secondo san Gregorio di Nissa avrebbe evangelizzato la Cappadocia come primo vescovo della regione. La leggenda racconta come Longino raccolga il sangue e l’acqua fuoriusciti dal costato squarciato di Cristo in una coppa, oggi conservata a Mantova nella chiesa di Sant’Andrea. La sua lancia si trova nella Camera del Tesoro a Vienna.

Morte

Arrestato e portato al cospetto del prefetto Ottavio, questi lo condanna a morte, per essersi professato seguace di Cristo. Gli viene tagliata la lingua, gli sono divelti i denti ed è, infine, decapitato, unendo nel martirio il proprio sangue con quello di Cristo, Redentore del mondo. Il prefetto che lo fa uccidere perde la vista e Longino, entrato nella gloria di Cristo, intercede per la sua guarigione.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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