Il 20 settembre la Chiesa fa memoria dei Santi martiri coreani, religiosi e laici cattolici vittime delle persecuzioni avvenute in Corea tra il XVIII e il XIX secolo. Di essi, 103 furono canonizzati a Seul da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984, mentre 124 furono beatificati da Papa Francesco il 16 agosto 2014.
L’omelia di Papa Francesco
“I martiri ci ricordano che bisogna mettere Cristo al di sopra di tutto e non scendere a compromessi con la fede – disse Papa Francesco nel corso dell’omelia nella messa di beatificazione -. La celebrazione del beato Paolo e dei suoi compagni ci offre l’opportunità di ritornare ai primi momenti, agli albori della Chiesa in Corea, e ci invita tutti a lodare Dio per quello che ha fatto”.
Nel corso dell’omelia, inoltre, il Pontefice ha sottolineato come l’esempio dei martiri, insegna l’importanza della carità nella vita di fede e come essere martiri vuol dire soprattutto essere testimoni di Gesù.
La nascita della Chiesa coreana
La Chiesa coreana ha la caratteristica di essere stata fondata e sostenuta da laici. Agli inizi del 1600, il cristianesimo comparve in Corea tramite le delegazioni che ogni anno visitavano Pechino per uno scambio culturale con la Cina. Un laico, Lee Byeok, dopo aver letto il libro del famoso missionario gesuita Matteo Ricci “La vera dottrina di Dio”, fondò in Corea una prima comunità cristiana molto attiva.