Santa Bibiana, vergine e martire, è vissuta a Roma nel IV secolo. Incerte e scarse le notizie sulla sua vita. Proviene da una ricca famiglia cristiana: forse è la figlia dell’ex prefetto di Roma Flaviano, convertitosi al cristianesimo. Viene martirizzata sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata, così chiamato perché lascia il cristianesimo per ritornare agli antichi culti pagani.
Il governatore Aproniano, fa martirizzare i genitori, Flaviano e Dafrosa, sia per la loro fede cristiana che per impossessarsi dei loro beni. Delle due figlie, Demetria muore rapidamente sotto le torture; Bibiana, dopo aver resistito alle lusinghe di una donna di nome Ruffina che cera di corromperla, viene denudata, legata a una colonna, colpita a sangue con una frusta dagli aculei di piombo e poi lasciata in balia di cani affamati.
Una pia donna si occupa di seppellire i suoi resti mortali sull’esquilino, accanto a quelli della madre e della sorella. Papa Simplicio fa edificare, in suo onore una chiesa, che nel 1625 viene trasformata dal Bernini nell’attuale basilica. Santa Bibiana è invocata contro l’epilessia.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi