Ecco chi era il beato Domenico Lentini, l'”Angelo dell’altare”

Beato Domenico Lentini, sacerdote, Lauria (Potenza), 20/11/1770-Lauria, 25/02/1828. Proviene da una famiglia contadina. E l’ultimo di cinque figli.

Avvenimenti

A 14 anni sente la vocazione al sacerdozio. Nel 1794 è ordinato sacerdote.

• Viene ingiustamente accusato dal suo vicario di comportamento immorale e stravagante. Domenico non si difende: le assurde calunnie evidenziano ancora di più la santità della sua vita.

Istituisce nella sua povera casa una scuola gratuita, dove per trent’anni insegna lettere e scienze.

Aneddoti

• Durante le Quarantore riesce a rimanere in ginocchio davanti a Gesù Eucaristia anche un’intera giornata.

• Passa giornate intere a confessare. Anche per questo Pio XI lo definisce «Precursore del santo curato d’Ars».

Doni mistici e soprannaturali

Profezia, scrutazione dei cuori, potere di fare miracoli.

Spiritualità

Si offre come vittima per la salvezza dei peccatori. Si dedica alla predicazione a ogni classe sociale; gli argomenti preferiti sono la passione di Gesù e i dolori di Maria. Tenera devozione alla Vergine addolorata: ne diffonde il culto. Celebra la Messa con intensa partecipazione tanto da essere definito “Angelo dell’altare”.

É apostolo del confessionale converte molti peccatori, che accoglie con grande amore. Totale povertà, intenso spirito di penitenza. Prolungata preghiera davanti al Santissimo Sacramento. Un biografo lo descrive «umile nel parlare, umile nel tacere, umile nell’esortare e umile nel correggere». Nei poveri serve Cristo: a essi dona tutto quello che possiede, comprese le scarpe, i calzoni e la camicia (rimane solo con la tonaca).

«Il beato Domenico Lentini, predicatore itinerante, fu esemplare ministro del perdono di Dio, attento educatore della gioventù, instancabile testimone della carità verso i poveri, pastore solidale con le anime a lui affidate nelle vicende liete e tristi del suo tempo. Il fulcro vitale della sua spiritualità fu la croce, considerata come la via dell’amore che si dona e si sacrifica per i fratelli, a imitazione di Gesù, il quale ha offerto se stesso per la salvezza del mondo» (san Giovanni Paolo II). «Il beato Domenico… senza niente!… Ricco solo di Dio! Un vero esempio di spiritualità sacerdotale. Conoscetelo di più e fatelo conoscere!» (Benedetto XVI).

Morte

In estasi davanti al tabernacolo, esposto per le Quarantore, entra in agonia. Muore stringendo tra le mani il crocifisso. Il suo corpo rimane flessibile e caldo per sette giorni, effondendo sangue vivo e gradevole odore. I suoi occhi si aprono davanti all’ostia consacrata. Durante i suoi funerali avvengono numerose conversioni e prodigiose guarigioni. La sua tomba è nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Lauria. Viene beatificato nel 1997.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

Luigi Luzi: