Beata Maria Francesca di Gesù, una chiara testimonianza di fedeltà al Vangelo

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Seguendo fedelmente le orme di Francesco, l’innamorato della povertà evangelica, hai imparato non solo a servire i poveri, ma a farti povera tu stessa e hai indicato alle tue figlie spirituali questa speciale via di evangelizzazione”. Sono le parole che Giovanni Paolo II rivolge a Maria Francesca di Gesù durante la Messa di beatificazione avvenuta nel 1993.

La Beata, al secolo Anna Maria Rubatto, nasce a Carmagnola (Torino) nel 1844. A quattro anni rimane orfana di padre e a diciannove perde anche la mamma; in seguito a questo lutto decide di traferirsi nel capoluogo piemontese. Diviene dama di compagnia della nobile Marianna Scoffone collaborando con lei anche nella gestione del suo ingente patrimonio.

Dedica la sua vita alle opere di carità, all’insegnamento del catechismo, alla visita agli ammalati del Cottolengo e ai più disagiati della società. Nei bisognosi che incontra scorge il volto di Cristo come lei stessa spiega: “Ama molto Gesù, amalo tanto. Ama tutti i tuoi fratelli con amore puro, senza lasciare in disparte nessuno”.

Nell’estate del 1883 si reca a Loano e un giorno, uscendo dalla chiesa che visitava come sua abitudine tutti i pomeriggi, le capita di ascoltare il pianto e le lamentele di un giovane manovale colpito da una pietra caduta dall’impalcatura che l’aveva ferito in testa.

Anna Maria subito lo soccorre e, nel congedarlo, gli dà il denaro equivalente a due giorni di lavoro e lo rimanda a casa affinché si riprenda dall’incidente. La costruzione alla quale stava lavorando quel manovale era destinata a una comunità femminile per la quale si stava cercando una direttrice. Il padre cappuccino che sosteneva l’iniziativa le propone di svolgere quel delicato incarico. A quel tempo ha 40 anni e una vita ben organizzata, scandita dal lavoro quotidiano, dalla preghiera e dalle opere di carità cristiana. Inizia un intenso periodo di discernimento confrontandosi con il suo direttore spirituale e con San Giovanni Bosco con il quale è impegnata nell’oratorio.

“Non lasciar passare un solo giorno – è solita ripetere – senza avere un incontro forte con il tuo Dio nella preghiera: da Lui riceverai il coraggio di amare sinceramente e generosamente, in caso contrario affogherai nel tuo egoismo”.  Alla fine, dopo tanto pregare, Anna Maria decide di far parte della nuova famiglia religiosa che andava formandosi. L’Istituto delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano (nel 1973 l’Istituto assumerà la nuova denominazione di Suore Cappuccine di Madre Rubatto) nasce il 23 gennaio 1885 quando cinque donne iniziano la loro vita comune e di servizio alla Chiesa e al popolo di Dio.

La Beata decide di assumere il nome di suor Maria Francesca di Gesù e per mandato dell’arcivescovo di Genova è la prima superiora della Comunità. In tre anni l’Istituto inizia la sua espansione con l’apertura di nuove case a Genova-Voltri, Sanremo, Portomaurizio, Levanto. Dal 1892 in poi madre Francesca porta le sue suore a Montevideo in Uruguay, Argentina e Brasile. Nel Paese carioca il 13 marzo 1901, sette religiose di madre Rubatto vengono uccise, insieme a quattro frati cappuccini, due terziari e 240 fedeli, per mano di alcuni indigeni.

È un durissimo colpo al cuore per madre Francesca che tuttavia non si arrende e continua a formare le suore accompagnandole nella loro donazione al Signore. “Dietro una dura prova – afferma rivolgendosi alle consorelle – il tuo Dio ti attende con una felicità molto più grande. Per il tuo Dio nessuna cosa è impossibile… Lui conosce tutti i tuoi bisogni e mai mancherà di venirti incontro, anche se ti può far aspettare un po’. Perciò rimani tranquilla e confida nella sua Volontà”. Nel 1902 la Beata intraprende un nuovo viaggio da Genova a Montevideo rimanendo lì per due anni. Proprio nella capitale uruguaiana sale al Cielo il 6 agosto 1904, lasciando una chiara testimonianza di fedeltà al Vangelo, amore a Cristo e operando per la Chiesa e gli ultimi.

Macario Tinti: