Gentile Redazione,
sono un lettore di Interris e lo scorso settembre ho votato convintamente per il taglio del numero dei parlamentari. Sono sempre stato convinto della necessità di una democrazia rappresentativa più agile. Ed ho anche votato fidandomi di quei partiti che avevano promesso in tempi brevi una legge elettorale per “correggere” gli effetti del referendum.
Leggendo il vostro quotidiano on line mi sono imbattuto in una riflessione del professor Cesare Mirabelli – che leggo sempre con interesse e piacere – il quale giustamente denunciava che il dibattito che ferve dopo la crisi del governo Conte bis ha di fatto “dimenticato” di interessarsi della nuova legge elettorale.
E così mi sono ricordato anche io di quella promessa, finora non mantenuta, che mi aveva sospinto a votare durante il referendum. Le riflessioni del professor Mirabelli sono sempre illuminanti ed equilibrate. Ed anche io, nel mio piccolo, sono convinto che la legge elettorale vada realizzata non da una “parte” o da chi intende trarne vantaggio, ma da tutto l’arco parlamentare. Non mi sembra di chiedere troppo.
Spero vivamente che la classe politica del nostro Paese ritrovi presto quello spirito di unità e di coesione nazionale che spingono le forze politiche anche contrapposte a ritrovarsi unite nella definizione delle regole del gioco.
Francesco F.