Gentili Direttore e Redazione,
ho letto con piacere il vostro articolo recante l’intervista al magistrato antimafia Giuseppe Maria Ayala. Da sempre ho avuto stima per questo personaggio, che ha affiancato Giovanni Falcone nella lotta alla mafia, in quella pagina difficile della nostra storia italiana, e siciliana in particolare.
Devo dire che mi ha colpito molto quel riferimento che il magistrato ha fatto nei confronti dell’educazione ricevuta in famiglia. Infatti mi ha colpito la sottolineatura sulla figura della nonna, che con i suoi insegnamenti valoriali ha segnato il futuro di questo uomo. Una “donna profondamente cattolica e arguta”, come leggo nell’articolo.
Questo particolare rivelato dal magistrato Ayala mi conforta non poco. Ho speso anni a trasmettere ai miei figli i valori di giustizia in cui credo e ora lo faccio con i miei nipoti: a volte mi scoraggio, perché vedo una società profondamente ingiusta (anzi, mi pare che le ingiustizie aumentino sempre più), ma forse questi piccoli semi che cerco di lasciare nei miei figli e nipoti, un giorno porteranno frutti di giustizia e di bene.
Cordialmente e con stima,
Giovanni Mistretta,
Palermo