“Sono un’insegnante di un scuola statale di Pisa. E posso dire che in generale questo inizio anno sta funzionando per quanto riguarda le misure anti Covid. Ma non per quello che concerne le strutture e gli aiuti ai ragazzi con disabilità. E’ vero che le scuole pubbliche italiane hanno gli aiuti finanziari dello Stato. E le scuole private invece no. Ma sia nel pubblico che nel privato alcuni alunni con disabilità hanno dovuto per ora avvalersi della didattica a distanza. E mancano i docenti. Come dicono genitori e colleghi più esperti di me, anche nelle scuole pubbliche i disagi per chi è già svantaggiato sono aumentati. Ove già permanevano criticità per le gite e le attività-extra scolastiche ora con l’era Covid bisognerebbe fare maggiori sforzi anche nel quotidiano. Non è solo un problema di strutture, ma soprattutto di insegnanti. In molti plessi manca il personale specializzato. E molti alunni disabili che sono stati maggiormente penalizzati dal lungo periodo di lockdown, non saranno in grado di recuperare il livello di istruzione perso perché siamo ancora in emergenza Coronavirus. Per non parlare anche dell’aspetto sociale e relazionale. Per questo bisognerebbe cambiare le leggi, fare in modo che le università formino un numero più ampio di docenti specializzati. Questo permetterebbe anche quella continuità didattica che fin da prima della crisi pandemica era difficilmente assicurata a causa delle assunzioni a tempo determinato. Capisco lo sforzo enorme fatto da Presidi e Amministrazioni pubbliche, soprattutto i Comuni, che come il mio, si sono presi tutte le questioni scolastiche a cuore, ma siamo ancora lontani da poter dire che ce l’abbiamo fatta”
Lunedì riapre la scuola. A 25 mila studenti disabili mancherà il sostegno