Gentile direttore,
sto seguendo una trasmissione “culturale” molto nota della Rai dove si pone come primo problema del Paese la possibilità o meno di andare a sciare. E così avendo già due parenti e alcuni amici morti a causa del Covid mi è ribollito il sangue nel sentire certi ragionamenti.
Ma come si può parlare delle vacanze sciistiche mentre stanno morendo di Coronavirus una media di 600 persone al giorno e quindi oltre 4 mila a settimana. Ma questi per molti italiani sono solo numeri o magari si può immaginare che dietro queste cifre ci siano i nostri cari che improvvisamente a causa di questa pandemia hanno perso la vita?
Si capisce che l’economia e quindi il mondo del lavoro è in grande crisi e quindi nessuno si scandalizza delle esigenze commerciali e turistiche ma in questo momento con tutte queste persone morte e tante altre in terapia intensiva, in Italia e nel mondo, forse bisognerebbe avere maggior rispetto nel come impostare certi argomenti.
Vorrei che la politica e l’informazione se ne rendano conto perché non si può tollerare questa estrema superficialità nel mettere al primo posto il problema dello sciare. Qui mi fermo perché non è mia usanza insultare nessuno anche se qui, nel bergamasco la popolazione è inferocita nel sentire queste leggerezze mediatiche. Abbiamo perso così tanti cari che il nostro umore è veramente a terra e ancora viviamo nell’ansia e nella paura. Abbiate un po’ di pietà e di rispetto almeno per i nostri defunti.
Rita L.