Caro direttore,
leggo sempre con attenzione la rubrica “diabolerie” e questa volta mi sono soffermata – e anche un po’ arrabbiata – nel leggere i dati sullo sfruttamento delle donne costrette a vendersi per strada: “Secondo gli ultimi dati Codacons, sono oltre tre milioni i clienti del mercimonio coatto e 90 mila le vittime del business del sesso a pagamento. Piaga sociale dalle strade al web” leggo nell’articolo firmato dal vostro Gianluca Franco.
Da donna mi rifiuterò sempre di credere che esistano al mondo donne che “scelgono” la strada, nessuno mai mi converrà di questo! Una donna non farebbe mai questo a se stessa se potesse scegliere. Basta pensare alle condizioni di queste povere ragazze, talvolta poco più che bambine. Che dolore, che oltraggio alla dignità!
Conosco, caro Don Aldo, il suo impegno contro la tratta, so bene che la sua vita è dedicata a contrastare proprio questo sfruttamento. Anche papa Francesco apprezza il suo sforzo, lo ha scritto proprio nella prefazione del suo libro “Donne crocefisse” in cui stigmatizza coloro che vanno con queste donne, i clienti.
“Colpire la domanda” è un metodo tanto ovvio quanto rivoluzionario e quanto vorrei potesse essere utilizzato dalla nostra società, dalle forze dell’ordine. Questi uomini che non hanno pudore, né etica, che si avvicinano senza vergogna a queste donne sfruttate e vendute devono essere puniti: sono loro, insieme alle mafie che gestiscono questi traffici, i responsabili di questo sfruttamento. Grazie Don Aldo per la tua missione di sacerdote ed anche per mantenere l’attenzione alta su questo temo attraverso il tuo giornale. Non è mai troppo.
Teresa A.