Io maestra delle elementari e diabetica: ancora aspetto il vaccino

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Caro don Aldo,

grazie per il suo editoriale “La dignità non si supplica“. Sono una maestra delle elementari e sono malata di diabete di tipo 1, non sono più giovanissima, ma neanche una over 80… tuttavia sono ancora in attesa di essere vaccinata.

Devo dire che, nonostante tutto, non rinuncerò a presentarmi in classe dai miei alunni né smetterò di sedermi a tavola con loro durante l’orario di pranzo, anche se in quel momento siamo tutti più esposti perché non indossiamo, ovviamente le mascherine.

Sono ancora in attesa di essere vaccinata, al contrario di molti miei colleghi, perché quando mi sono presentata all’appuntamento, dopo aver descritto la mia anamnesi, il dottore che era presente mi ha detto che non poteva vaccinarmi in quanto diabetica e avrei dovuto aspettare che fossi contattata dal medico di base o tramite l’ospedale dove sono in cura.

Quello che non capisco è perché, in quanto io dovrei appartenere a quella categoria dei cosiddetti fragili, non ho ancora potuto avere accesso al vaccino. Eppure, sono anche molto esposta in quanto nella mia classe ci sono oltre 20 alunni, a scuola incontro altri insegnanti e i genitori dei miei piccoli studenti.

Ho chiesto più volte agli uffici della Asur, al mio medico di base, all’ospedale dove sono in cura, quando avrei potuto vaccinarmi anche io, quale vaccino mi avrebbero fatto e in più di un’occasione mi sono sentita rispondere in malo modo che avrei dovuto aspettare buona buona il mio turno. Poi, al telegiornale sento parlare di quelle tante persone che, o avendo conoscenti altolocati, o avendo più influenza di me, sono riusciti a vaccinarsi anche se non fanno parte di nessuna categoria a rischio.

Sono molto amareggiata per questa situazione, ma sembra che il nostro Belpaese da sempre debba fare i conti con quei “furbetti” che approfittano della loro posizione per poi ottenere anche ciò che magari non gli spetta. Grazie per aver dato voce a quella che sembra non essere solo una mia personale situazione, ma di molti.

Un caro saluto, R. B.

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