“Alla vigilia della giornata mondiale degli anziani la Caritas di Bolzano-Bressanone ha fatto un appello per non lasciare gli anziani in solitudine a causa della pandemia. Io sono una signora di 84 anni e sono anche nonna. Benché non abbia mai potuto accompagnare mio nipote a scuola o a fare sport perché viviamo in due cittadine diverse, io e mio marito lo abbiamo sempre ospitato nei week end. Abbiamo passato con lui l’estate al mare, dopo che il virus ci aveva allontanati per 4 mesi.
A settembre è ricominciata la scuola e sono 15 giorni che con lui abbiamo solo rapporti telefonici. Così come con il padre, nostro figlio. Hanno paura di portarci il Covid in casa e non ci siamo più visti. Ma noi abbiamo bisogno di relazioni e ci sentiamo isolati. In occasione della giornata internazionale dell’anziano che ricorre il primo ottobre, il direttore della Caritas Diocesi di Bolzano-Bressanone, Paolo Valente ha fatto un appello rivolto all’opinione pubblica, dicendo che non è isolando gli anziani il solo modo per tutelarli dalla malattia e dalla morte. ‘Gli anziani hanno bisogno dell’incontro con l’altro, della vicinanza e del sentirsi parte di una comunità’. E ha aggiunto che bisogna ascoltare la voce dei malati e degli anziani sulle loro esigenze alla ricerca di soluzioni che non solo li tutelino dal Covid ma anche dalla solitudine.
Vietare o limitare pesantemente le visite dei congiunti per evitare i contagi può generare effetti irreversibili sul benessere psico-fisico della persona. E’ vero che nessuno si vuole infettare. Non voglio dire che mi esporrei al rischio di contagio volontariamente ma voglio sperare che ci siano delle soluzioni intermedie. Non è importante, come spiega la Caritas, solo allungare la vita della persona anziana. Lo è altrettanto pensare alla qualità della vita che ci resta. Io e mio marito siamo soli a casa, con i nostri affetti lontani. Siamo consapevoli delle difficoltà di tutti in questa situazione ma non vorrei passare di nuovo 4 o 5 mesi di distanza totale dai nostri cari. A marzo 2020 ho pensato che non avrei mai più rivisto mio nipote e mio figlio e quel pensiero mi deprime ancora.
Bravo Valente che ha concluso così il suo discorso alla Caritas di Bolzano-Bressanone: ‘Noi vogliamo che le persone anziane nella nostra società possano vedersi riconoscere e vivere i propri desideri e bisogni, specialmente quello di relazione con l’altro. Poter rendere possibile a loro di vivere appieno la vicinanza e il senso di comunità con i propri familiari e cari deve diventare il messaggio da esprimere, e da ascoltare, a tutti i livelli’”.
Sandra D.
L’intelligenza artificiale riconosce la solitudine degli anziani