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Un viaggio chiamato gastronomia: il talento in cucina

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Foto di Medina Catering su Unsplash

La cucina come specchio della cultura e delle tradizioni. Un viaggio tra le cucine dei film più iconici e i piatti che li hanno resi indimenticabili. E’ quanto propone il libro “Il cinema in cucina. Ricette per chi ama gustare i grandi film” di Giulia Ceirano e Viola Bartoli. Il volume, pubblicato da Hoppìpolla Edizioni, propone trenta ricette cinematografiche. E vuole essere un invito a rivivere le emozioni di grandi pellicole attraverso il cibo. Che si tratti del comfort food di Kevin in “Mamma ho perso l’aereo”. Del raffinato potage parmentier in “Julie & Julia”. O del cocktail di Drugo ne “Il grande Lebowski”. Ogni ricetta del libro (antipasti, primi e secondi piatti, dolci, cocktail, panini e qualche idea per la colazione) si apre con una citazione dal film a cui il piatto è ispirato. Accompagnata dalle illustrazioni di Viola Bartoli e dai testi di Giulia Ceirano che regalano degli assaggi del film di cui è protagonista il piatto, attraverso curiosità dal set, pillole di cultura e chicche gastronomiche. Come l’origine del Manhattan e l’impatto del proibizionismo sulla cucina”. Nelle pagine de “Il cinema in cucina” c’è tutto quello che serve per una cena che inizi con il cocktail di gamberi di “Beetlejuice” e finisca con la mousse al cioccolato di “Rosemary’s Baby”, per sfamare la curiosità sia di chi ama il cinema, che di chi ama la buona cucina. Come si prepara il White Russian de “Il Grande Lebowski”? Quali ingredienti rendono unico il gazpacho di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”? Come si realizza il soufflé di Sabrina? Qual è il segreto degli spaghetti all’arrabbiata di Belli e dannati? Risponde Il cinema in cucina, una raccolta di trenta ricette ispirate ad alcuni dei più grandi film della storia. Ogni ricetta si apre con un’illustrazione, seguita da una citazione dal film e da una curiosità sul piatto. Infine, arriva la ricetta vera e propria.

Foto di Samuele Schirò da Pixabay

Cucina e tradizioni

Un giro del mondo attraverso la cucina. In occasione della XI edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, l’ambasciata d’Italia a Praga ha organizzato una cena in cui – sotto cura dello chef italiano Riccardo Lucque – sono state valorizzate le farine tradizionali italiane (grano, granturco, grano saraceno, ceci, castagne, riso, farro, semola, patate e altre). Quali ingredienti alla base della dieta mediterranea e componenti inconfondibili della cucina delle radici dell’Italia. La Settimana della Cucina Italiana nel Mondo è stata promossa dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme all’Accademia della Cucina e a numerosi altri partner. La IX edizione ha avuto come tema portante “Dieta mediterranea e cucina delle radici: salute e tradizione“. Con un particolare focus sul ruolo riconosciuto della dieta mediterranea per la tutela della salute. Nel quadro di uno stile di vita sano, equilibrato e sostenibile. L’ambasciatore Mauro Marsili ha sottolineato come l’Italia si trovi all’avanguardia anche nel campo della cucina. Sapendo proporre al pubblico di tutto il mondo specialità che conciliano perfettamente il sapore con il benessere e la salute. “L’Italia, oggi come ieri, può offrire valide e saporite opzioni a tutti coloro che intendono mangiare leggero o hanno qualche restrizione alimentare, senza rinunciare al gusto e alla creatività“, ha detto Marsili. Ospiti dell’evento diplomatici, rappresentanti istituzionali e del mondo accademico, giornalisti, influencer, imprenditori e operatori del settore della ristorazione. Gli eventi promossi nel quadro della Settimana della cucina italiana nel mondo hanno preso avvio in Repubblica Ceca con la presentazione all’Istituto Italiano di Cultura di Praga (Iic) della traduzione in lingua ceca del romanzo “Sabbia nera” di Cristina Cassar Scalia. Hanno partecipato la direttrice dell’Iic, Marialuisa Pappalardo, la traduttrice ed editrice dell’opera, Alice Flemrova e l’autrice. Prendendo spunto dal romanzo di Cassar Scalia, in cui la cucina siciliana accompagna il filo della narrazione, è stato approfondito il legame che da sempre unisce il cibo alla letteratura. Le celebrazioni si sono concluse con una visita guidata alla mostra “Fotogrammi di moda italiana” esposta nella Cappella barocca e nella Sala capitolare dell’IIC, cui è seguita una “cena col cinema italiano“.

Foto di Jimmy Dean su Unsplash

Cucina e cultura

Migliore commedia e miglior cortometraggio (Cristiano Esposito). Migliore colonna sonora (Mario Fasciano). Migliore montaggio (Nadir Kamberi Film Edit Production). Menzioni d’onore per l’interpretazione a Salvatore Misticone e Stefania Ventura protagonisti insieme con Pietro Tammaro, Amedeo Colella, Carolina Infante, Alessandro Incerto e Mauro Palumbo. Sono i premi conquistati al London Movie Awards da “Etnoragù”, il cortometraggio scritto e diretto da Cristiano Esposito. E’ stato anche eletto miglior cortometraggio al New York Movie Awards, vincitore dei premi miglior regista internazionale e miglior cortometraggio all’International Audiovisual Market di Roma. Immaginata per il Forum delle Culture del 2013, è la storia di un incontro-scontro tra Napoli e la Palestina, girata tra la città e Procida che, sottolineano gli autori, “mette alla berlina gli stereotipi in stile Gomorra“. L’opera è stata presentata nel capoluogo campano al Cinema ‘La Perla’ con la moderazione del critico Giuseppe Borrone. “Il ragù è un miracolo gastronomico”, dice nel film Amedeo Colella. Interpretando se stesso, anchorman televisivo esperto di cultura e tradizione. Ma per Assunta e Giovanni, gli anziani e devoti coniugi al centro della vicenda, è molto più di un piatto tipico. E’ un rito sacro, una salsa sublimata in collante delle loro stesse esistenze. Fino al giorno in cui Giulia, la loro unica figlia archeologa appena rientrata dal Medio Oriente, rivela alla madre di aver incontrato l’uomo della sua vita. Un maturo collega, fedele all’Islam, religione alla quale lei stessa ha deciso di convertirsi. “Sono un cultore della cucina e negli anni in cui imperversava la serie televisiva Gomorra ho pensato ad una storia che, attraverso il cibo, liberasse la città ingabbiata dal cinema nei cliché crimine e malavita” racconta il regista. Fra tutti i cambiamenti e le rinunce che la coppia dovrà affrontare “un passettino alla volta”, la più “sacrilega” riguarderà proprio il ragù della domenica che, privato della carne di maiale, sembra togliere sapore ad una vita intera. Fino al giorno delle nozze che si chiuderà con un inaspettato gesto d’amore e tolleranza. “Sono veramente onorato di questo riconoscimento – spiega il maestro Mario Fasciano, compositore, cantante, batterista, polistrumentista che ha condiviso percorsi artistici e umani con star del rock come Ian Paice, Steve Morse, Rick Wakeman . Premia il mio essere napoletano, aperto per definizione all’inclusione, e come musicista da sempre impegnato nella mescolanza di stili, culture e tradizioni. Sulla scia di avere una mente rock ed un cuore partenopeo, vedo questo premio come un riconoscimento alla carriera e al mio impegno. Aver lavorato con attori di primo piano e  e con un grande regista mi dona la spinta a proseguire nel mio lavoro guidato sempre dalla passione“.

Foto di Heather Gill su Unsplash

Etnoragù

“Etnoragù”, il cortometraggio di Cristiano Esposito ha conquistato riconoscimenti a Londra, Roma e New York. Il cortometraggio è stato presentato al Cinema “La Perla” di Napoli, con il cast e il critico Giuseppe Borrone. “Il ragù è un miracolo gastronomico”, dice Amedeo Colella, interpretando se stesso, anchorman televisivo esperto di cultura e tradizioni in questo divertente incontro-scontro tra Napoli e la Palestina. Al centro del quale c’è proprio il ragù della domenica, privato del maiale quando Giulia (Carolina Infante), giovane archeologa in Terra Santa, presenta ad Assunta e Giovanni, gli anziani e religiosi genitori interpretati da Stefania Ventura e Salvatore Misticone, Abdul (Pietro Tammaro) un fidanzato palestinese e musulmano. Per amore della figlia Giovanni rinuncerà a molte delle sue abitudini, fino alle nozze, quando orchestrerà una piccola vendetta che gioca, per metterli alla berlina, con gli stereotipi alla Gomorra. “Come musicista, da sempre impegnato nella mescolanza di stili, culture e tradizioni con mente rock e cuore partenopeo sono felice e onorato dei riconoscimenti di questo film breve” dice Mario Fasciano, autore delle musiche originali per il cortometraggio, compositore, cantante, batterista, polistrumentista che ha condiviso percorsi artistici e umani con star del rock come Ian Paice, Steve Morse, Rick Wakeman. Completano il cast Alessandro Incerto, Mauro Palumbo e Tommaso Scotto di Uccio. Fotografia Francesco La Muro. Sonorizzazione Alessandro Massa. Assistente alla regia Vincenzo Fortunato. Cameramen Luigi Esposito e Paolo La Muro. Editing Nadir Kamberi. Scene Michele Lubrano Lavadera. Costumi Patrizia Barone. Trucco Ilenia Lubrano di Marzaiuolo.

Didier da Pixabay

Talenti  in cucina

Intanto giovani talenti dell’enogastronomia e storie di impresa, di innovazione, creatività e di solidarietà attiva sono state messe in luce alla cerimonia di premiazione dei Food&Wine Italia Awards 2024. Quinta edizione della premiazione condotta da Francesca Romana Barberini e Federico De Cesare Viola, direttore dell’edizione italiana del magazine americano lanciato nel 1978 e pubblicato da Dotdash Meredith, in una cerimonia, patrocinata dall’assessorato alla Cultura e dall’assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma. “Anche quest’anno Roma è stata il palcoscenico ideale dei Food&Wine Italia Awards – sottolinea Federico De Cesare Viola, direttore responsabile di Food&Wine Italia – in un contesto artistico ed emblematico come il Cinema Barberini. Ogni anno fotografiamo l’attualità dell’enogastronomia italiana e facciamo talent scouting. Spostando i riflettori su giovani professionisti e su progetti meritevoli, grandi e piccoli. Mi fa piacere sottolineare che i nostri premi sono assegnati sulla base delle scelte indipendenti della nostra redazione e della nostra giuria di votanti”. “Siamo felici di sostenere nuovamente i Food&Wine Italia Awards – aggiunge Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo Rifiuto di Roma-. Ringrazio per averci dato la possibilità di presentare su questo prestigioso palco il nostro progetto di sviluppo dei vigneti urbani nella Capitale che è molto in sintonia con le tematiche di questi premi. Insieme a Iter Vitis stiamo promuovendo un messaggio culturale forte che riconnette Roma alla sua storia: ripiantare i vigneti è un modo innovativo per offrire una forma di verde urbano con una modalità di fruizione diversa. Il progetto avrà anche una ricaduta con un valore sociale con il coinvolgimento di persone fragili, tra cui donne vittime di violenza“.

 

Giacomo Galeazzi: