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Sollevazione contro lo spot blasfemo

Per quanto il processo di secolarizzazione abbia compiuto balzi in avanti nel corso degli ultimi decenni, lā€™Italia resta un Paese che conserva un minimo di riguardo nei confronti del suo patrimonio religioso cristiano. E cosƬ non poteva passare sotto silenzio lo spot messo a punto da un gruppo di studenti dellā€™Istituto ā€œGiorgi-Woolfā€ di Roma, nellā€™ambito di un concorso per i licei artistici lanciato dalla SocietĆ  Medica Italiana per la Contraccezione in collaborazione con lā€™Associazione Culturale LaScelta. La pubblicitĆ  ideata dai giovani ĆØ una rivisitazione di un celebre dipinto del Botticelli con lā€™Arcangelo che, anzichĆ© portare lā€™Annuncio, porge a Maria una confezione di Ellaone, la pillola dei ā€œcinque giorni dopoā€. In basso, si legge lā€™invito che avrebbe il proposito di fare umorismo: ā€œUsala, fa miracoliā€. La giuria ha premiato questā€™opera assegnando un premio di mille euro ad ogni partecipante, con metĆ  della cifra da investire in formazione.

“Intervenga la Federazione dei medici”

Cā€™ĆØ perĆ² unā€™altra ā€œgiuriaā€, quella dellā€™opinione pubblica, dellā€™associazionismo di genitori ed educatori e di una larga fetta del mondo medico, che disapprova lā€™iniziativa. I commenti critici nei confronti di un siffatto spot non si sono fatti attendere: sui social ĆØ stato un profluvio di riprensioni ed indignazione. In tanti hanno ritenuto inopportuno che venisse promossa una pillola considerata abortiva, per giunta utilizzando unā€™immagine sacra quale veicolo. Sulla questione ĆØ intervenuto parlando ad In Terris anche Stefano Ojetti, vicepresidente dellā€™Associazione medici cattolici italiani (Amci). ā€œPur non entrando nel merito – afferma – va qui innanzitutto ricordato che numerosi studi scientifici definiscono la ā€˜cosidetta pillola del giorno dopoā€™ non solamente anticoncezionale ma, in tutti quei casi in cui ĆØ giĆ  venuta la fecondazione, ā€˜abortivaā€™”. Il medico cattolico ricorda che, all'inizio della vendita del prodotto, era lo stesso bugiardino contenuto nella scatola ad affermare che il farmaco “ha lo scopo di prevenire la gravidanza bloccando la gravidanza o impedendo l'impianto dell'ovulo eventualmente fecondato.ā€¦“. Ma – aggiunge Ojetti – ā€œsuccessivamente questo passaggio ĆØ stato modificato dall'Aifaā€. Il vicepresidente dei medici cattolici si chiede come mai la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), cosƬ come il mondo accademico ā€œnon abbiano preso le distanze da tale iniziativa e non abbiano conseguentemente rivolto una nota di non condivisione nei confronti di questa SocietĆ  Medica Italiana per la Contraccezione, che puĆ² operare e portare avanti tutte le campagne anticoncezionali che ritiene piĆ¹ opportune, ma che non ha certamente il diritto di offendere il miliardo e mezzo di cattolici che credono fervidamente nellā€™Annunciazione del Cristo e nella sua Passioneā€.

Don Buonaiuto: “Spiegare cos'ĆØ davvero l'aborto”

Punto di vista di un cattolico ĆØ quello espresso dal direttore di In Terris e sacerdote della ComunitĆ  Papa Giovanni XXIII, don Aldo Buonaiuto, che afferma: “E' osceno, certe opere offendono la sensibilitĆ  di milioni di credenti ed anche il nostro inestimabile patrimonio artistico. AnzichĆ© offendere con la blasfemia, sarebbe opportuno che nelle scuole italiane, al di lĆ  di come la si pensi e oltre lā€™appartenenza religiosa, sia fatta un'opera di sensibilizzazione e veritĆ  su cosa ĆØ l'aborto e le sue conseguenze, sulle ferite psicologiche e fisiche che arreca alle donne, spesso vittime di una pratica che accettano loro malgrado e per difficoltĆ  economiche. Come persone civili non possiamo restare indifferenti dinnanzi a un simile scempio”.

La petizione al Miur

E non vuole restare indifferente lā€™Associazione Non si Tocca la Famiglia, che ha lanciato una petizione da inviare al Ministero dellā€™Istruzione. Contattata da In Terris, la presidente Giusy Dā€™Amico invita genitori ed insegnanti a lanciare un messaggio ā€œforte e chiaroā€ contro quella che chiama ā€œderiva culturaleā€. Nel testo della campagna si legge: ā€œTroviamo atto di vilipendio alla religione cattolica oltraggiare immagini di altissimo valore artistico e religioso per veicolare tra i giovani messaggi fuori regola ad esempio sulla normativa relativa ai farmaci eticiā€. Ed ancora: ā€œLo segnaliamo anche per chiedervi di verificare se il progetto aveva ottenuto il consenso dei genitori. Riteniamo cosa grave che si taccia a livello pubblico sul piano culturale rispetto ad un messaggio altamente strumentale e lontano dal vero sentire dei giovani riguardo il loro corpo e la loro sessualitĆ ā€. Chi aderisce alla petizione del manifesto, dunque, auspica ā€œimmediato intervento del Miur e di tutte le iniziative dettate dal casoā€.

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