Da nord a sud la zooterapia entra nelle strutture di cura e assistenza dei più fragili. E’ partito il progetto di pet therapy nel reparto di pediatria dell’ospedale San Luca di Lucca. Si tratta di interventi a cadenza mensile della durata complessiva di circa un anno. Attraverso i quali le istruttrici della Scuola nazionale cani guida per ciechi della Regione Toscana, insieme ai cani appositamente istruiti, incontrano i piccoli pazienti del reparto. Svolgendo con loro diverse attività a carattere ludico-ricreativo. L’obiettivo di questi interventi, e di questo progetto in generale, è quello di aumentare il benessere dei bambini e delle bambine ricoverate nel reparto di pediatria attraverso l’interazione giocosa con i cani della Scuola. L’iniziativa innovativa per Lucca e Asl Toscana nord ovest, è stata resa possibile grazie anche alla collaborazione della Fondazione Alice Benvenuti Ets, nota per il suo impegno sociale e la vicinanza ai giovani. La Fondazione ha infatti rapporti costanti con la scuola cani guida della Regione cui ha donato recentemente quattro splendidi cuccioli di labrador. All’ospedale San Luca i sette bambini attualmente ricoverati in pediatria hanno potuto interagire a lungo, nelle sale d’attesa del reparto, con due cani, India e Achille, accompagnati dalle loro istruttrici. “Abbiamo deciso di continuare a estendere questa attività -evidenzia l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – proprio in considerazione degli ottimi risultati che sono emersi in tutte le esperienze effettuate sin qui”.
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Obiettivo-zooterapia
Prosegue Serena Spinelli: “Il lavoro che svolgono le istruttrici e i cani della Scuola con i pazienti si è dimostrato molto prezioso per il benessere dei bambini ricoverati. E ha prodotto effetti positivi anche per il personale sanitario. Lo sviluppo di questi progetti ci permette di alimentare una ulteriore competenza della nostra scuola, a dimostrazione del valore della vicinanza di questi meravigliosi animali a supporto di tutte le persone, soprattutto di quelle più fragili“. Intanto in Piemonte l‘ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha ricevuto una delegazione dell’associazione Aslan, da anni impegnata in attività di pet therapy e progetti di assistenza socio-sanitaria sul territorio piemontese. All’incontro hanno partecipato il presidente del Consiglio Davide Nicco, il vicepresidente Franco Graglia e i consiglieri segretari Fabio Carosso e Mario Salvatore Castello. La presidente dell’associazione Aslan, Antonia Tarantini, ha illustrato i benefici che questa disciplina apporta a pazienti di diverse fasce d’età e con differenti problematiche. Ossia dall’infanzia con disabilità cognitive e motorie, all’età anziana con percorsi di stimolazione e socializzazione, fino a situazioni di fragilità sociale e di malattia cronica. L’incontro a Palazzo Lascaris è stato anche l’occasione per condividere esperienze e testimonianze raccolte all’interno delle strutture sanitarie e socio-assistenziali in cui operano. Evidenziando i risultati ottenuti in termini di miglioramento della condizione delle persone e maggiore coinvolgimento relazionale dei partecipanti.
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Turismo sociale
In Veneto la Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin, ha approvato la presentazione di un progetto di turismo sociale inclusivo per rendere le località turistiche e i servizi di supporto sempre più accessibili e inclusivi a persone fragili o con disabilità e per promuovere un cambiamento socio-culturale. Ciò permetta di rendere il Veneto accessibile e inclusivo a tutti, senza distinzione, un progetto che ormai ha consolidato esperienze e che avrà un ulteriore sviluppo. “Il Veneto – rileva Lanzarin – conta 72 milioni di presenze turistiche ogni anno e in un’Europa nella quale si stimano 101 milioni di persone con disabilità che potrebbero fruire di vacanze anche nella nostra regione purché sia garantita l’accessibilità e la possibilità di essere accompagnati e, all’occorrenza, di ricevere assistenza. Un’azione rivolta anche nell’ottica delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e coinvolto le diverse Ullss per le peculiarità dei loro territori”. Gli obiettivi delle AULSS venete e nel cluster olimpico e paralimpico Cortina 2026 sono vari. E cioè promuovere, anche con una comunicazione efficace, l’accessibilità e inclusività del Veneto. Promuovere un’offerta turistica sicura per la gestione ordinaria e in emergenza di persone con disabilità. Stimolare la cultura del turismo inclusivo e accessibile in istituti scolastici e universitari, in contesti fieristici e di valorizzazione delle esperienze. Valorizzare le realtà inclusive e realizzare tirocini di persone con disabilità promuovendone l’autonomia abitativa. Valorizzare le attività ludiche e sportive per persone con disabilità e offrire esperienze di integrazione, socializzazione e scoperta del territorio.
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Obiettivi
“Gli obiettivi del progetto – aggiunge Lanzarin – sono un ulteriore sviluppo dell’esperienza consolidata nella nostra regione che ha saputo affiancare al turismo inteso come accessibilità e inclusività, iniziative ed esperienze lavorative e di tirocinio dei giovani con disabilità impegnati nel progetto di turismo inclusivo. Promuovendo la loro autonomia anche attraverso esperienze abitative ed il lavoro. Inizialmente, invece, lo scopo era di rendere accessibili le spiagge ai turisti con disabilità, coinvolgendo le Ulss del litorale e offrendo servizi di accompagnamento e assistenza. La zooterpia, certifica Treccani.it, è una pratica terapeutica che si avvale dell’aiuto degli animali, soprattutto di quelli da compagnia. Utilizzando le possibilità empatiche del rapporto tra persone e animali a beneficio di chi vive in condizioni di sofferenza o disagio. Da tempo etologi e psicologi hanno dimostrato che gli animali da compagnia hanno il merito di migliorare la qualità della vita. Oggi la valenza psicologica, pedagogica e terapeutica degli animali da compagnia è ampiamente provata.
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Metodo
La zooterapia è riconosciuta come metodo di cura in sinergia con le terapie tradizionali. Da un punto di vista operativo si distinguono le AAA (Animal assisted activities) e le AAT (Animal assisted therapies). Le AAA hanno come scopo il miglioramento della qualità della vita di alcune categorie di persone (per esempio ciechi o portatori di handicap psicofisici) e vengono effettuate in una vasta gamma di contesti ambientali da professionisti abilitati o volontari di associazioni che lavorano con animali. Le AAT si pongono invece come co-terapie. Affiancando alle terapie tradizionali l’utilizzo di animali con specifiche caratteristiche. Sono svolte per migliorare lo stato fisico, sociale, emotivo e cognitivo dei pazienti e vengono effettuate in diversi contesti ambientali, in gruppo o singolarmente, giovando a diverse categorie di persone. Nel caso dei bambini, la presenza di un animale può diminuire lo stress, l’ansia, la paura e il dolore determinati da una malattia o dalle situazioni di disagio derivanti da un ricovero. Secondo Treccani.it, l’interazione con l’animale può indurre nel bambino uno stato di sicurezza affettiva che favorisce il relazionarsi con il mondo esterno, l’esplorazione e l’equilibrio emotivo. Generalmente gli animali da compagnia presentano caratteristiche che si traducono in una forte capacità comunicativa, sollecitando l’interazione con il bambino. Nel caso di soggetti anziani è stato documentato come la presenza di un animale possa ridurre da un lato la pressione sanguigna e dall’altro l’isolamento sociale.
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Studi sulla zooterapia
Studi di tipo epidemiologico hanno anche evidenziato che la presenza di un animale da compagnia aumenta la probabilità di sopravvivenza in seguito a un infarto. Tuttavia è necessaria un’accurata sperimentazione scientifica, ancora in corso, al fine di considerare le AAT a pieno titolo come co-terapie di accertata efficacia. Gli animali da preferire per le attività di zooterapia sono quelli domestici, in particolare i piccoli mammiferi, poiché selezionati, nel corso dei millenni, per interagire emotivamente con l’uomo. Tra quelli abitualmente coinvolti nelle attività e terapie a conduzione animale Treccani.it annovera il cane, che stimola i pazienti all’interazione. Il gatto, utilizzato come co-terapista per la sua indipendenza e facilità di accudimento. I criceti e i conigli. Il cavallo, soprattutto per l’ippoterapia medica, riabilitativa e psicologico-educativa, praticata principalmente a beneficio di bambini con sindrome autistica o sindrome di Down, di disabili, di persone con problemi motori e comportamentali. Gli uccelli, in quanto studi condotti su gruppi di anziani hanno rivelato l’effetto benefico derivante dal prendersi cura abitualmente di volatili, quali i pappagalli. I pesci, poiché è stato evidenziato come osservarli in un acquario possa contribuire a ridurre la tachicardia e la tensione muscolare, agendo da antistress. Asini, capre e mucche vengono utilizzati nel caso di disabilità gravi, particolarmente a carattere emotivo. La legislazione italiana riconosce il ruolo che un animale può avere nella vita affettiva di una persona e la valenza terapeutica degli animali da compagnia.