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Linea segreta Vaticano-Italia: Antonio Preziosi svela i ponti tra le due sponde del Tevere

A sinistra: Antonio Preziosi A destra: la copertina del libro Foto gentilemente concesse

Per raccontare le relazioni tra Vaticano e Stato dalla Prima Repubblica ad oggi serviva la mano sicura di un cronista di razza in grado di narrare da scrittore di vaglia qual è. “Linea segreta” svela i dietro le quinte tra le due sponde del Tevere in oltre settant’anni di storia, attraverso fatti, vicende e curiosità raccontate dal direttore del Tg2 Antonio Preziosi (edizioni San Paolo). Alternando libri di successo per le principali case editrici italiane e impeccabili resoconti in prima linea, l’autore ha approfondito, tra l’altro, in una carriera di rara poliedricità, il Giubileo della Misericordia, le vite dei pontefici e la stagione tragica degli attentati jihadisti a Bruxelles. Nel cuore dell’Europa, infatti, ha guidato la sede di corrispondenza Rai mentre l’Ue era bersaglio dell’offensiva terroristica peggiore della sua storia. La capacità di analisi e l’efficacia dei resoconti ne hanno fatto un volto popolare e un testimone apprezzato dell’attualità. Il suo ultimo volume racconta i retroscena del confronto continuo e serrato tra la sfera civile e quella religiosa. Nel libro si affronta anche un tema di stringente attualità come quello delle politiche migratorie. “Il terreno di confronto tra la Santa Sede e il governo di centrodestra – evidenzia Preziosi, che è anche autorevole e pluripremiato biografo di figure ecclesiastiche di primaria importanza come i pontefici Albino Luciani e Karol Wojtyla – è soprattutto quello dei migranti. Il tema dell’accoglienza è molto caro a papa Francesco ed è su questo che si misura il termometro delle relazioni tra le due sponde del Tevere”. A unirle sono i sentimenti di dolore, di condanna per i trafficanti di esseri umani, di apprezzamento per chi ha manifestato solidarietà e accoglienza, e anche per le istituzioni. Al grido di allarme del Pontefice per l’olocausto nel Mediterraneo (“il più grande cimitero” secondo Jorge Mario Bergoglio, replica la premier Giorgia Meloni “Facciamo nostre le parole del Santo Padre” scrive, e aggiunge che esse “rappresentano un grande richiamo per tutte le istituzioni. Come governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare“. Analizzare i rapporti tra l’Italia e il Vaticano richiede conoscenza di complesse dinamiche storiche e consuetudine con la diplomazia e la politica al loro massimo livello. Di ciò Antonio Preziosi, nei libri, negli interventi televisivi e nelle conferenze, sa dare costante dimostrazione con l’asciuttezza che la cronaca richiede. Un talento particolarmente necessario laddove la riflessione si addentra nei meandri di antiche pratiche come le interlocuzioni informali e i dialoghi “off record” all’ombra dei palazzi del potere laico e di quello sacro. Materia inadatta ai toni gridati del sensazionalismo mediatico e idonea alla lente chiarificatrice di una raffinata ermeneutica d’oltretevere come quella utilizzata sapientemente da Antonio Preziosi che è quanto di estranea ai toni urlati dei falsi “scoop” effimeri e mistificatori. “In Vaticano vanno interpretati i segni e decifrate le parole”, insegnava Benny Lay, indimenticato decano dei vaticanisti.

Foto di Eduardo Garcia-Nieto su Unsplash

Linea segreta

I fatti sono tragicamente noti. “Nel febbraio del 2023, si verifica il naufragio al largo delle coste di Cutro, in Calabria con la morte di decine di fuggiaschi in balia degli scafisti. Giorgia Meloni – ricostruisce il direttore del Tg2 – ribadisce piena consonanza alle parole di dolore pronunciate dal Papa. Affacciandosi dalla finestra su piazza San Pietro per la recita dell’Angelus, Francesco prega “per le vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti“. E manifesta “apprezzamento” e “gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle“, rinnovando l’appello “affinché non si ripetano simili tragedie”. Per rendere l’idea degli innumerevoli spunti inediti e le chiavi di lettura illuminanti offerte da Antonio Preziosi in “Linea segreta”, In Terris individua un passaggio particolarmente significativa del volume nella fase in cui Stato italiano e Santa Sede lavorano gomito a gomito anche per organizzare il Giubileo del 2025. “Il tavolo istituzionale voluto nel 2022 dal premier Mario Draghi viene ora presieduto da Giorgia Meloni. E quando a Roma si organizzano i già citati Stati Generali sulla Natalità, avviene che a confrontarsi sullo stesso palco sul tema attualissimo della decrescita demografica, ci siano papa Francesco e Giorgia Meloni – sottolinea Antonio Preziosi-. Il clima è informale, al punto che più volte il papa e la premier scherzano tra di loro, anche con una gestualità che appare assolutamente inedita in decenni di rapporti tra le due sponde del Tevere”.

Foto: Edizioni San Paolo

Rai, Ue, Vaticano

Giorgia Meloni rivendica la centralità del tema della famiglia nel suo programma di governo, invoca il valore aggiunto di coloro che scelgono di mettere al mondo dei bambini e interviene in modo diretto sul piano etico, condannando la pratica dell’utero in affitto dicendo che “gli uteri non si affittano”, che “i figli non sono prodotti da banco’ e che ‘siamo tutti nati da un uomo e una donna”. Quindi aggiunge: “Vogliamo una nazione in cui fare un figlio è una scelta bellissima, che non ti toglie niente, non ti impedisce niente e ti dà tantissimo. Per decenni la cultura dominante ci ha detto il contrario: noi vogliamo dire che, qualsiasi siano le inclinazioni di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna, la maternità non è in vendita, gli uteri non si affittano, i figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere sullo scaffale come se fossi al supermercato e magari poi restituire se il prodotto non è quello che ti aspettavi“. Poco dopo interviene il Papa che, sul tema della denatalità, usa parole di speranza per il futuro e per i giovani: “La nascita dei figli è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. E questo non ha solo ricadute economiche e sociali, ma mina la fiducia nell’avvenire. Metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono”. In questo modo, “solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo è ingiusto, oltre che umiliante”. Lavoro, accesso allo studio, superamento della precarietà sono i problemi che secondo il Papa “interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi. L’incontro, osserva Antonio Preziosi, finisce ancora con manifestazioni di reciproca cordialità. La premier Meloni si presenta all’incontro completamente vestita di bianco pur non avendo quello che, secondo gli antichi protocolli, è il “privilegio del bianco” che spetta solo alle Regine cattoliche quando incontrano il papa. E Francesco ci scherza su, rivolgendosi direttamente alla Meloni: “Oggi ci siamo vestiti uguali”.

Foto © Quirinale

Le due sponde del Tevere

In “Linea segreta”, Antonio Preziosi racconta anche come reagì Paolo VI alla morte di Aldo Moro. Come andò realmente la fine dell’unità politica dei cattolici in Italia. Un viaggio, insomma, ricco di sorprese e colpi di scena. “Ogni volta che il Parlamento italiano affronta tematiche sensibili a proposito dell’etica personale, familiare, sociale e a proposito della cultura nel nostro Paese, – la riflessione contenuta nel volume – il dialogo con la Chiesa cattolica è inevitabile e indispensabile. Ma l’Italia, da questo punto di vista, è un caso davvero unico perché ospita, nel cuore della capitale, un piccolo Stato di enorme importanza internazionale: la Città del Vaticano e il Pontefice, che è il punto di riferimento per milioni di cattolici”. Chi conosce la città di Roma, premette Antonio Preziosi nell’introduzione, sa bene che il palazzo del Quirinale e piazza San Pietro sono divisi da una piccola distanza. Si tratta di circa due chilometri e mezzo, facilmente percorribili anche a piedi, per una passeggiata, considerando il buon clima che da sempre può vantare la capitale d’Italia. Scrive Preziosi “Il Quirinale è stato storicamente il palazzo dei papi, poi è divenuto residenza reale e infine – dopo il referendum costituzionale del 1946 – residenza ufficiale dei presidenti della Repubblica. La straordinaria vicinanza fisica tra l’Italia e lo Stato della Città del Vaticano, che è sostanzialmente una piccola enclave della città di Roma, fa spesso perdere di vista anche ai più esperti commentatori che si tratta di due Stati che, come recita la Costituzione, sono “ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani”. Le loro relazioni vanno quindi inquadrate nell’ambito dei rapporti diplomatici e internazionali. L’autore racconta anche le svolte, in certi momenti drammatiche, dell’impegnativo rapporto della politica e delle istituzioni. Il rispetto, il dialogo, l’aperta collaborazione per il bene comune non sono venuti mai meno, la tesi portata avanti in ‘Linea segreta’, ma non tutti i Governi, non tutti i Parlamenti e non tutti gli inquilini del Quirinale hanno avuto sempre lo stesso tipo di confronto. E alcune stagioni sono state particolarmente difficili. Vengono quindi passati in rassegna i referendum sul divorzio e sull’aborto, gli anni del terrorismo, il dibattito sulla famiglia, sull’immigrazione, sulle grandi scelte morali.

Antonio Preziosi. Credito andreadibiagio

Europa e Vaticano

Nato a Taranto e cresciuto a Pisticci, in provincia di Matera, Antonio Preziosi si appassiona fin da giovanissimo al giornalismo e al mondo della radio e della televisione. Intraprende la carriera giornalistica presso l’emittente locale Poliradio di Policoro, negli anni ottanta. Laureato con lode in giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi sulla “tutela dei diritti umani”, successivamente consegue (nel biennio 1992-1994) il master della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia. Per i successivi tre anni lavora alla sede Rai di Palermo, per poi passare al Giornale Radio Rai, in qualità di giornalista parlamentare, vaticanista e redattore capo ad personam. Nello specifico, segue le attività del governo Prodi II, D’Alema I e II, Amato II e governo Berlusconi II, III e IV. Inoltre commenta in diretta importanti avvenimenti di politica nazionale ed estera. Come le Assemblee generali delle Nazioni Unite, i vertici G7 e G8, sessioni del Consiglio europeo e incontri bilaterali tra i principali leader europei e mondiali. Il consiglio d’amministrazione della Rai il 10 agosto 2009 lo nomina direttore di Radio Uno e della testata del Giornale radio, in sostituzione di Antonio Caprarica. Da aprile 2010 a settembre 2011 assume la direzione ad interim della testata Gr Parlamento. Tra il 2009 e il 2011 è consigliere di amministrazione di Audiradio. È consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali dal 29 dicembre 2011, nominato da Papa Benedetto XVI. Dal 2012 è consigliere d’amministrazione del Centro Televisivo Vaticano (Ctv) . Affianca al lavoro in Rai la stesura di libri, monografie, articoli per prestigiose riviste e l’attività di conferenziere. Nel marzo 2014 ha lasciato le cariche di direttore di Radio Uno e del Giornale Radio. A distanza di un anno è entrato nell’organigramma della redazione del Tg2. Dal 30 dicembre 2015 è corrispondente della Rai da Bruxelles. Dal 27 novembre 2018 al 24 maggio 2023 è stato direttore di Rai Parlamento. Il 25 maggio 2023 viene nominato alla direzione del Tg2. Inoltre ha insegnato “comunicazione politica” e “politiche dei media” presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, dove è stato titolare anche di vari corsi monografici. Ha insegnato giornalismo presso la Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli di Roma ed è stato docente del Master in Digital Journalism presso la Pontificia Università Lateranense di Roma. È docente del Master in Giornalismo e Comunicazione della Università Telematica Pegaso. Relazioni Vaticano-Stato approfondite in maniera crossmediale in radio, tv, libri, riviste.

Giacomo Galeazzi: