Uno sguardo globale sulla globalizzazione. Vittorio Possenti è stato ordinario di Filosofia politica presso l’università Ca’ Foscari di Venezia. È membro fondatore dell’Institut International Jacques Maritain (1974); membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e della Pontificia Accademia di san Tommaso d’Aquino, e per numerosi anni del Comitato Nazionale di Bioetica (1999-2013). Ha fondato e diretto l’Annuario di filosofia. Seconda navigazione (1996-2011). E presso l’Università di Venezia il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani (2003). Ha tenuto cicli di conferenze e seminari in Europa (Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Russia, Regno Unito), negli Usa, e in America latina (Brasile, Messico, Argentina). Svolge intensa attività pubblicistica in campo politico e filosofico su quotidiani nazionali. Le relazioni internazionali continuano ad essere una lotta per la potenza tra attori indipendenti in uno stato di anarchia. Ciò frustra il raggiungimento degli scopi supremi dell’azione politica tra cui l’abolizione della guerra e la garanzia della pace. La conferma secondo Vittorio Possenti viene da un’analisi della geopolitica attuale. I rapporti internazionali si trovano in una situazione di pericolo prodotta da un disordine mondiale che ha rialzato la testa. Vi è una via di uscita da questa situazione? Nel saggio “Pace e guerra tra le nazioni. Kant, Maritain, Pacem in terris” (Edizioni Studium), Possenti esamina soluzioni per comprendere quale strada sia da percorrere per giungere ad un’autorità politica mondiale garante della pace. Ed il ruolo che il personalismo può svolgere.
Sguardo globale
Paesi Edizioni, casa editrice specializzata nella saggistica d’attualità, lancia nei primi mesi del 2025 due nuove collane di libri dedicate alla comprensione della nostra epoca: Hic Sunt Leones e Città Geopolitiche. Diretta dal giornalista Frediano Finucci, capo della redazione economia ed esteri del Tg La7, Hic Sunt Leones si rifà all’espressione latina utilizzata dai primi cartografi dell’antichità per indicare le zone ancora inesplorate del mondo che nella nuova collana sta a significare come gli argomenti trattati rappresentino le frontiere della cultura e della conoscenza contemporanea su temi dal respiro internazionale ancora poco o per niente investigati. I primi 3 titoli usciranno a partire da metà febbraio. Si parte con “Achtung!-Germania in panne. Che ne sarà del modello tedesco?” dell’ex giornalista italo-tedesco Alexander Privitera, che arriva in libreria in occasione delle elezioni politiche tedesche, in cui vengono analizzati i motivi della crisi politica, economica e sociale della Germania con una disamina dell’operato dei suoi cancellieri. A marzo sarà la volta della pubblicazione di Eurofrontiere – La sfida delle destre europee tra Mosca e Musk, di Vincenzo Sofo, ex europarlamentare di Fratelli d’Italia, sposato con Marion Marechal Le Pen (nipote di Jean-Marie, scomparso oggi), considerato una figura ponte tra la politica italiana e quella francese. Il saggio parla delle sfide che le destre europee dovranno affrontare confrontandosi col duo Trump-Musk, per sopravvivere alle minacce globali. Sempre nei primi mesi del 2025 è prevista l’uscita di Processo alla guerra – Da Norimberga ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, un volume dedicato allo scottante tema della giustizia penale internazionale scritto da Giovanni Chiarini, professore di diritto penale internazionale e Vice Dean per la ricerca alla Alfaisal University College of Law & International Relations di Riad, in Arabia Saudita.
Luoghi-simbolo
La collana Città Geopolitiche è dedicata invece a reportage letterari e saggi narrativi specificamente dedicati ai luoghi-simbolo del nostro tempo. Curata in prima persona dall’editore Luciano Tirinnanzi, non propone semplici guide o diari di viaggio, ma opere ragionate, dal taglio divulgativo pensate per un pubblico da 14 a 99 anni. Le prime tre uscite sono dedicate a Teheran scritto da Pegah Moshir Pour, attivista per i diritti umani e digitali; Pietroburgo di Anna Zafesova, giornalista, traduttrice dal russo e massima esperta in Italia di Russia e Putin, autrice del libro rivelazione Navalny contro Putin e Pyongyang scritto da Federico Giuliani, giornalista esperto di vicende asiatiche, uno degli ultimi occidentali ad aver visitato la Corea del Nord, prima della sua chiusura ermetica al mondo esterno a causa dalla pandemia. I titoli che seguiranno sono Istanbul di Marta Ottaviani, Damasco di Luca Steinmann, Aden di Laura Silvia Battaglia, Aleppo di Domenico Quirico. Quali sono i più importanti eventi e le tendenze da tenere d’occhio nel 2025?Adnkronos ha stilato una lista divisa per temi. Geopolitica, economia, difesa, tecnologia, per intercettare le grandi “correnti globali” che avranno conseguenze dirette sull’Italia. (Geo)politica Stati Uniti: il 20 gennaio Donald Trump giurerà sulla Bibbia per il suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti. A partire dalle 12, ora di Washington DC, avrà pieni poteri per mettere in campo la sua agenda. Una curiosità: il giuramento è stato pronunciato più di una volta da diversi presidenti. E non solo perché molti hanno servito per due mandati: se il 20 gennaio cade di domenica, il presidente-eletto giura in privato e poi ripete l’atto all’inauguration di Capitol Hill il giorno dopo. È successo ad esempio a Ronald Reagan nel 1985.
Economia globale
Germania: le elezioni anticipate si terranno il 23 febbraio, dopo la fine della coalizione semaforo che sosteneva il cancelliere Olaf Scholz. Il paese andrà al voto in un clima teso: l’economia è in difficoltà e la ferita dell’attentato di Magdeburgo è ancora fresca. Il favorito è il conservatore Frederich Merz, candidato della Cdu/Csu, ma dovrà trovare qualcuno con cui governare, e non sarà un negoziato facile. Occhi puntati sul risultato di Afd, il partito di estrema destra che negli ultimi anni ha ottenuto ottimi risultati soprattutto nella ex Germania Est e potrà contare sul sostegno non solo mediatico di Elon Musk. Bielorussia: le elezioni presidenziali saranno il 26 gennaio. Aleksander Lukashenko, in carica dal 1994, punta al settimo mandato. Dopo aver vinto nel 2020, ha represso con violenza le manifestazioni di protesta. È alleato di Putin nella guerra in Ucraina, e la Russia ha da poco aggiornato la sua dottrina nucleare promettendo di proteggere Minsk, anche con armi atomiche, in caso di aggressione. Sudafrica: il Paese ospiterà il G20, prima volta per una nazione africana. Nonostante il presidente Cyril Ramaphosa consideri Vladimir Putin “un alleato prezioso“, come ha ribadito durante il loro incontro al summit dei Brics di ottobre, il Paese non lo inviterà alla riunione con gli altri 19 leader, in virtù del mandato di cattura della Corte penale internazionale che pende sulla testa del leader russo. Il Sudafrica è un firmatario dello Statuto di Roma che istituì la Corte. In Canada sarà un G7 “light” rispetto al fitto calendario del 2024: 8 riunioni ministeriali invece delle 23 italiane. Si parlerà (ancora) di Ucraina, cambiamento climatico e intelligenza artificiale. La riunione tra i leader sarà a giugno nel villaggio di Kananaskis (156 abitanti), in mezzo alla natura incontaminata dell’Alberta, che già ospitò il summit nel 2002. Il Canada è attraversata da una crisi politica, in particolare dopo l’addio molto rumoroso della sua vice e ministro delle Finanze Chrystia Freeland.
G7-Canada
Allo scorso G7 canadese, nel 2018, Trump si rifiutò di firmare il comunicato finale, definendo il Canada “molto disonesto e debole” dopo uno scontro sui dazi. Francia: in teoria non dovrebbero esserci elezioni, con il mandato di Macron che scade nel 2027. In pratica, a partire da giugno, quando saranno passati i 12 mesi previsti dalla Costituzione dall’ultimo scioglimento delle camere, i francesi potrebbero tornare al voto se il precario governo Bayrou dovesse cadere sotto i colpi di Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon. Europa: i due semestri di presidenza toccano a Polonia e poi Danimarca, e nelle capitali c’è chi tira un sospiro di sollievo dopo i sei mesi con l’imprevedibile Viktor Orbán alla guida. La commissione von der Leyen-bis è in carica da un mese e ha stabilito le priorità per quest’anno: competitività, sostenibilità, difesa, sicurezza e tecnologia digitale. Tra gli anniversari rilevanti, i 30 anni dall’ingresso di Austria, Finlandia e Svezia, i 40 anni di Schengen (di cui Romania e Bulgaria sono membri dal 1 gennaio) e i 75 dalla Dichiarazione Schuman, dal nome del ministro degli Esteri francese che il 9 maggio (non a caso festa dell’Europa) 1950 propose l’idea di creare una Comunità del carbone e dell’acciaio. L’AI Act, uno dei regolamenti più importanti degli ultimi anni, dal 2 febbraio avrà i suoi primi effetti su aziende e cittadini, con altri “step” importanti il 2 maggio e il 2 agosto. Ucraina: buona parte degli analisti internazionali prevede una qualche forma di cessate il fuoco durante l’anno. Zelensky ha da poco ammesso che, con le forze attualmente in campo, non è in grado di riconquistare Donbass e Crimea. Trump ha promesso di risolvere la guerra “in 24 ore”. Putin si è dichiarato pronto a sedersi a un tavolo, magari nella Slovacchia del suo “amico” Robert Fico. Entrambi gli eserciti continuano a combattere in modo serrato per avere la posizione più forte possibile al tavolo del negoziato.
Medio Oriente
Medio Oriente: se a fine 2023 molti avrebbero dato Netanyahu per finito, dopo la tragedia del 7 ottobre, gli ostaggi, e la reazione violenta su Gaza – che si sommavano alle proteste di piazza e alle accuse di corruzione – oggi la situazione è molto diversa. Israele ha messo in ginocchio Hezbollah, decapitato la leadership di Hamas e colpito gli Houthi, isolando il suo nemico numero uno, l’Iran. Con la caduta di Assad, ulteriore segno dell’indebolimento dell’asse guidato da Teheran, Netanyahu ha conquistato un pezzo di territorio che era sotto il controllo siriano. La situazione a Gaza resta disperata, soprattutto per chi vive nei campi profughi, ma se si votasse oggi il Likud di Netanyahu sarebbe di gran lunga il primo partito. Giappone: l’Expo di Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre attrarrà curiosi, aziende e innovatori. Il tema: disegnare la società del futuro. Un laboratorio vivente, “un luogo in cui le conoscenze del mondo saranno riunite, utilizzate per creare nuove idee e condivise, per contribuire a risolvere i problemi globali dell’umanità“. Il padiglione italiano, disegnato dall’architetto Mario Cucinella, è una rivisitazione in chiave moderna della Città Ideale del Rinascimento col teatro, la piazza e il giardino all’italiana. Il tema: ”L’Arte Rigenera la Vita”. Il fulcro del progetto sarà un Teatro in legno, immersivo e multisensoriale: metterà in scena suoni, movimenti, colori. Brasile: dopo la deludente (per gli ambientalisti) Baku, dal 10 al 21 novembre sarà il turno di Belém di ospitare la 30° Cop (Conferenza delle parti) sui cambiamenti climatici. La capitale dello stato del Parà è stata scelta per il suo essere uno dei principali centri dell’Amazzonia, regione simbolo di un ambiente da difendere, anche se bisognerebbe partire proprio dalla città. Solo il 2% delle acque viene trattato, con il resto che viene scaricato nei fiumi generando alti livelli di inquinamento. La carenza di alberghi costringerà molti partecipanti a dormire in navi da crociera attraccate in porto.
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