L'ombra di un nuovo caso Charlie si allunga sul Regno Unito, dove l'Alta corte ha dato l'ok ai medici del King's College hospital di Londra a staccare la spina del piccolo Isaiah Haastrup, di appena 11 mesi, rimasto vittima di un grave danno cerebrale subito dopo la nascita e che sopravvive grazie alla ventilazione di alcuni macchinari. Come nel caso del piccolo Charlie Gard, anche i genitori di Isaiah si sono opposti con tutte le loro forze al verdetto dei giudici e al parere dei medici, i quali hanno ritenuto le condizioni del bambino non possano migliorare e che, non rispondendo alle stimolazioni, “non sia nel suo miglior interesse” continuare a vivere in questo modo.
Il caso di Isaiah
Una versione, quella fornita dai magistrati, totalmente avversata dalla madre del bimbo: “Quando gli parloĀ reagisce, lentamente, aprendo un occhio. Io vedo un bambino malato, che necessita amore e cure. Io lo amo e posso dargliele. Non ĆØ giusto affermare che non ha diritto di vivere”. Per i giudici dell'Alta corte, invece, Isaiah avrebbe subito un tale danno cerebrale, definito “catastrofico”, da non rendere utile la prosecuzione delle cure e l'azione del macchinario per la respirazione artificiale: “Emetto questa sentenza con profonda tristezza”, ha dichiarato il giudice lettore del verdetto”. Una vicenda che, in tutto e per tutto, si attaglia a quanto accaduto ai genitori di Charlie Gard, protagonisti loro malgrado di un contezioso giuridico andato avanti per mesi, con appelli, consultazioni e il susseguirsi diĀ pareri degli esperti. Isaiah, secondo quanto riportato alcuni mesi fa dal quotidianoĀ 'Guardian', avrebbe riportato la grave paralisi cerebrale durante il parto, avvenuto con metodo cesareo: “Il battito del bimbo – aveva raccontato il papĆ Ā – diminuiva ma nessuno ha fatto nulla per almeno 40 minuti”.
La mamma: “Non sta a voi decidere”
La battaglia legale dei genitori del piccolo ĆØ andata avanti per alcuni mesi, fra la speranza e il timore di rivivere l'esperienza giĆ provata da Chris e Connie Gard: alla lettura della sentenza, Takesha e Lanre hanno commentato con un doloroso “siamo delusi”: negli ultimi tempi, la mobilitazione del web era stata imponente per salvare la vita del piccolo Isaiah, con iniziative e raccolte firme per chiedere all'Alta Corte non solo di consentire la prosecuzione delle cure ma anche per permettere a suo parde, Lanre, di tornare a visitarlo dopo il suo allontanamento, avvenuto a seguito di un diverbio con lo staff medico. La direzione del King's College, tramite il suo legale, che “nessuno puĆ² comprendere il dolore provato dai suoi genitori”, ribadendo comunque che la decisione presa ĆØ la piĆ¹ giusta per il bambino: “Dire che ĆØ in condizioni troppo gravi per aver diritto di vivere – ha detto ancora Takesha Haastrup –Ā non ĆØ giusto, non sta a loro deciderlo”.Ā