ĆĀ possibile bloccare la pubertĆ in preadolescenti cui ĆØ stata diagnosticata la disforia di genere, che percepiscono cioĆØ di appartenere a un genere sessuale diverso dal proprio biologico? Da un punto di vista farmacologico sƬ, da un punto di vista etico tuttavia esistono grosse perplessitĆ . Il dibattito, che in Gran BretagnaĀ si ĆØ ormai lasciato alle spalle la fase della sperimentazione per entrare in quella dell'applicazione a regime, in Italia si appresta a suscitare le prime polemiche. Nei giorni scorsi, infatti, il Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), interpellato dall'Aifa, ha espresso un parere positivoĀ circa lāuso della triptorelinaĀ – che ĆØ appunto un farmaco che blocca la pubertĆ – nei casi di diagnosi di disforia di genere. Si sono registratiĀ due astensioni e un solo voto contrario, quello della prof.ssaĀ Assuntina Morresi.
I pareri favorevoli
La questione era stata sollevata a marzo, quando l'Aifa –Ā dopo la sollecitazione dellaĀ SocietĆ Italiana di Andrologia e Medicina della SessualitĆ , dellaĀ SocietĆ Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica eĀ dellāOsservatorio Nazionale sullāIdentitĆ di Genere – aveva deciso di autorizzare la somministrazione di questo farmaco. Decisione che era stata salutata con favore da una parte della comunitĆ scientifica.Ā Alessandra D. Fisher, afferente alla Sod di Medicina della SessualitĆ e Andrologia, aveva commentato: āNumerose evidenze scientifiche mostrano come la sospensione della pubertĆ indotta dalla triptorelina in casi selezionati e attentamente seguiti di adolescenti con disforia di genere sia in grado di ridurre in modo significativo i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario, nonchĆ© di migliorare il funzionamento psicologico generaleā.
Le critiche
Quello dei “casi selezionati” ĆØ perĆ² un punto intorno al quale si annodano polemiche. Sul tema ĆØ intervenuto il Centro Studi Rosario Livatino, per esprimere la propria contrarietĆ al parere del Cnb sottolineando cheĀ “la cautela allāuso del prodotto esposta nelle 'raccomandazioni'Ā somiglia troppo alla tecnica adoperata in talune leggi ā per tutte, la 194/1978Ā (sull'aborto, ndr) ā che, prospettando deroghe in 'casi particolari', in realtĆ introduce un cambio di regime con immediata applicazione a chiunque, in violazione del principio di precauzione“. Il gruppo di giuristi cattolici, pertanto, ritiene che il Cnb avrebbe dovuto dare un parere negativo nei confronti di un percorso farmacologico “controverso e potenzialmente pericoloso per la salute fisica e psichica dei minori coinvolti”. Dello stesso avviso ĆØ il prof. Massimo Gandolfini,Ā che “come medico eĀ presidente del Family Day” esprime “grande preoccupazione”.Ā āLo stesso Cnb – prosegue il neurochirurgo –Ā ha infatti evidenziato potenziali rischi legati alla incertezza delle conseguenze sulla salute fisica e psichica degli adolescenti; dai possibili danni alla crescita della struttura scheletrica e metabolica a quelli relativi allo sviluppo sessuale ed emotivo”. Gandolfini ricorda quindi “gli strazianti effetti rilevati nei Paesi che hanno fatto largo ricorso a questi farmaci. I casi di disforia di genere sono aumentati in maniera esponenziale, alimentando cosƬ un processo socio culturale che ha completamente slegato il dato biologico alla percezione di sĆ©”. Di qui la richiesta da parte del leader del Family Day diĀ “un rigoroso confronto tecnico-scientifico alla luce della bibliografia internazionale, che coinvolga il Consiglio e l'Istituto Superiore di SanitĆ , nonchĆ© la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, al fine di tutelare al massimo la salute di giovani adolescenti particolarmente fragili sul piano psicoaffettivo, sottraendoli a pericolose e dannose derive ideologiche. Solo dopo un ampio, rigoroso e approfondito dibattito fra esperti si potranno formulare conclusioni veramente scientifiche”.