Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha reso omaggio ai “martiri delle foibe e agli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia. L’Italia onora la memoria di chi fu vittima di quegli orrori disumani e non dimentica il dolore patito da chi fu costretto ad abbandonare la propria casa e la propria terra per amore dell’Italia“. Torna il “Treno del ricordo” sulle vittime dell’esodo giuliano-dalmata. Il dovere della memoria anima il progetto promosso dal ministero per lo Sport e i Giovani. Un viaggio in sette tappe attraverso l’Italia con un treno storico messo a disposizione da Fondazione FS e Gruppo FS. Si è tenuta alla stazione di Roma Ostiense la visita istituzionale del “Treno del Ricordo”, progetto promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Il Treno del Ricordo è un treno storico messo a disposizione da Fondazione FS Italiane insieme al Gruppo FS che attraverserà l’Italia in sette tappe. E ripercorrerà, con una mostra itinerante allestita al suo interno, il viaggio compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati nel Dopoguerra. All’evento hanno partecipato Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona della Regione Lazio. Ornella Segnalini, assessora ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture, delegato del sindaco di Roma. Lamberto Giannini, prefetto di Roma. Fabrizio Dell’Orefice, responsabile delle relazioni istituzionali delle Ferrovie dello Stato Italiane e Federico Mollicone, presidente della settima Commissione (cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati.
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La memoria delle foibe
Nelle quattro carrozze del treno i visitatori hanno modo di conoscere e approfondire la tragedia delle foibe e dell’esodo attraverso un percorso multimediale, in cui si alternano pannelli informativi, immagini di repertorio e testi originali recitati da una voce narrante. La mostra è arricchita dall’esposizione di alcune delle masserizie degli esuli, conservate e custodite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata nel Magazzino 18 di Trieste. L’edizione 2025 del Treno del Ricordo toccherà sette città. La partenza è stata da Trieste il 10 febbraio, per poi proseguire a Padova, Bologna, Roma, Napoli e Lecce. Il treno concluderà il suo viaggio a Sassari. Mentre la cerimonia di chiusura si terrà a Fertilia, frazione di Alghero che nel 1948 ha accolto gli esuli partiti da Chioggia a bordo di 13 pescherecci. Il Treno del Ricordo è realizzato dalla struttura di missione per gli anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali della presidenza del Consiglio, da Ferrovie dello Stato e Fondazione FS Italiane. In collaborazione con il dicastero della Cultura, il ministero dell’Istruzione e del Merito, il ministero della Difesa, Rai Teche, Rai Cultura, Rai Storia, Archivio Luce e Istituto Regionale per la cultura Istriano-fiumano-dalmata.
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Il dovere del ricordo
Quella delle foibe, osserva Avvenire, è una tragica storia che “troppi dei nostri giovani non conoscono. Come non conoscono la foiba di Basovizza nella zona nord-est dell’altopiano del Carso, a 377 metri di altitudine. La cavità fu scavata all’inizio del XX secolo per l’estrazione del carbone e poi fu abbandonata. Il pozzo – profondo 200 metri e largo circa 4 – nella fase finale della Seconda guerra mondiale fu luogo di esecuzione per prigionieri, militari e civili da parte dei partigiani comunisti jugoslavi“. Occorre, dunque, tenere viva la memoria delle vittime nel secondo dopoguerra sul confine orientale e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre in seguito all’avanzata dell’esercito di Tito. La triste vicenda degli esuli “fu sottovalutata e, talvolta, persino, disconosciuta. L’istituzione del Giorno del Ricordo, votata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, ha contribuito a riconnettere alla storia italiana quel capitolo tragico e trascurato, a volte persino colpevolmente rimosso“, evidenzia Sergio Mattarella. Troppo a lungo parole come “foiba e infoibare” “furono sinonimi di occultamento della storia”. Nel Giorno del Ricordo la premier Giorgia Meloni richiama l’attenzione sulle “vittime delle foibe e tutti coloro che subirono la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata, una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata. Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica”, ha scritto la presidente del Consiglio su Facebook, postando un video della sua visita dello scorso anno alla Foiba di Basovizza. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella invitato a “riflettere su pagine buie del nostro passato, per conservare e rinnovare la memoria delle sofferenze degli italiani d’Istria, di Fiume, della Dalmazia, in un periodo tragicamente tormentato della storia d’Europa. In quella zona a Oriente, così peculiare, dove, a fasi alterne, si erano incontrate, convivendo, comunità italiane, slave, tedesche di tante altre provenienze, la violenza prese il sopravvento, trasformandola in una terra di sofferenza”.
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Appello del Quirinale
No all’occultamento della storia, quindi. “La guerra porta sempre con sé conseguenze terribili: lutto, dolore, devastazione. Era stato così durante la Prima Guerra Mondiale, durante la quale furono immolati, in una ostinata e crudele guerra di trincea, milioni di giovani d’entrambe le parti. Ma quella lezione sanguinosa non aveva, purtroppo, indotto a cambiare. Perché ancor più disumani furono gli eventi del secondo conflitto mondiale, dove allo scontro tra eserciti di nazioni che si erano dichiarate nemiche, si sovrappose il virus micidiale delle ideologie totalitarie, della sopraffazione etnica, del nazionalismo aggressivo, del razzismo, che si accanì con crudeltà contro le popolazioni civili, specialmente contro i gruppi che venivano definiti minoranze“. Di quella, ha proseguito il presidente della Repubblica, “le Foibe restano il simbolo più tetro. E nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna”, ha riferito ancora, confermando come l’istituzione del Giorno del Ricordo, “votata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, ha contribuito a riconnettere alla storia italiana quel capitolo tragico e trascurato, a volte persino colpevolmente rimosso”.
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Ferite del passato
Mattarella ha sottolineato “ogni popolo, ogni nazione, porta con sé un carico di sofferenze e di ingiustizie subite. Apprezziamo gli sforzi, fatti dagli storici dell’una e dell’altra parte, per avvicinarsi a una memoria condivisa. Ma, ove questo non fosse facilmente conseguibile, e talvolta non lo è, dobbiamo avere la capacità di compiere gesti di attenzione, dialogo, rispetto. Dobbiamo ascoltare le storie degli altri, mettere in comune le sofferenze, e lavorare insieme per guarire le ferite del passato”. Anche quest’anno,”la Giornata del Ricordo ci ha offerto e ci offre un’opportunità da raccogliere con impegno per riflettere sulle lezioni del passato. La Repubblica guarda alle vicende drammatiche vissute dagli italiani di Istria, Dalmazia, Fiume con rispetto e con solidarietà, e lavoriamo, nell’Unione Europea, insieme alla Slovenia, alla Croazia e agli altri Paesi amici per costruire, ogni giorno, nuovi percorsi di integrazione, amicizia e fratellanza tra i popoli e gli Stati”.