Chi legge nelle città? Se lo chiede l’indagine Istat intitolata “Aspetti della vita quotidiana“. La lettura di libri in formato digitale (in modo esclusivo o complementare a quella di libri cartacei) è più diffusa tra i giovani lettori di 15-34 anni. E diminuisce nelle fasce di età successive. In modo particolare tra le persone di 65 anni e più. La quota di utilizzatori di dispositivi digitali è in ogni caso in aumento in quest’ultima fascia di età (dal 2,5% nel 2018 al 4,9% nel 2023). Intanto Pisa è per la prima volta “Città che legge”. Nei giorni scorsi è stato pubblicato, infatti, l’elenco dei comuni italiani che hanno ricevuto la qualifica per il triennio 2024-2026. A seguito della partecipazione a uno specifico bando pubblico promosso a livello nazionale dal Centro per il Libro e la Lettura, d’intesa con l’Anci. Il riconoscimento premia le amministrazioni che attuano politiche continuative per diffondere la lettura. Con l’obiettivo di migliorare la vita sociale e culturale delle comunità. Afferma l’assessore alla Cultura, Filippo Bedini: “Questa qualifica è stata ottenuta da Pisa per la prima volta. Grazie alle politiche che l’assessorato ha messo in campo negli ultimi tempi. Ciò è una certificazione di garanzia dello stato di salute di quella porzione di attività culturale che ruota intorno alla promozione della lettura e del libro“. Bedini è certo che sia stato “decisivo il nostro Patto per la lettura. Un progetto che sta ingranando in questi mesi. E che vede come fondamentale una interlocuzione continua e costante con librerie, case editrici, scuole e università. E con associazioni del territorio interessate a fare squadra. L’obiettivo è quello di far sì che il comune faccia almeno la sua parte. Mettendo a disposizione spazi. Prevedendo agevolazioni. Aiutando a risolvere problemi”.
Città e cultura
Bedini ricorda, inoltre, che la biblioteca comunale “nel 2024 ha avuto un 9% di scritti in più rispetto all’anno precedente. E un incremento dell’8% degli utenti attivi (4318)”. Numeri che “indicano un crescente interesse della comunità per i servizi offerti. E una sempre maggiore fidelizzazione degli utenti”. Ai comuni che hanno ottenuto il riconoscimento di “Città che legge 2024-2026” è riservata la partecipazione alle edizioni delle rispettive annualità dell’omonimo bando. Destinato a finanziare progetti meritevoli di promozione del libro e della lettura. Secondo la rilevazione dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) su dati Pepe Research, il 30% dei lettori legge in maniera frammentaria. Dedicandosi a questa attività solo qualche volta al mese se non qualche volta all’anno. Il tempo medio settimanale dedicato alla lettura è stato, nel 2024, di 2 ore e 47 minuti. È una brutta notizia: nel 2023 era stato di 3 ore e 16 minuti, nel 2022 di 3 ore e 32 minuti. Le persone tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto, anche solo in parte, un libro nell’ultimo anno (a stampa, e-book, o ascoltato un audiolibro) sono il 73%, contro il 74% del 2023. Cala anche la lettura di soli libri a stampa, che riguarda il 66% della popolazione, contro il 68% del 2023. Il 66% è una media tra il 72% della lettura delle donne e il 60% degli uomini. Se guardiamo invece alle fasce d’età, leggono libri a stampa in percentuale sopra la media i 18-24enni (74%), i 15-17enni (73%), i 35-44enni (71%), i 25-34enni (70%), rileva Esquire. Le disparità tra Nord e Sud sono confermate dai dati di NielsenIQ-GfK sul mercato del libro trade in Italia suddiviso per aree geografiche, dati presentati per la prima volta al pubblico. I 79,2 milioni di libri a stampa venduti in Italia tra gennaio e ottobre del 2024 sono così distribuiti: 35,8% nel Nord-Ovest, 22,2% nel Nord-Est, 22,7% al Centro, il 19,3% al Sud e Isole.
Rilevazione
Se si guarda al numero di librerie per abitante, il Nord-Ovest è sopra alla media nazionale (0,28 librerie per 10mila abitanti) dell’11%, il Nord-Est del 17%, il Centro del 7%. Le Isole sono sotto la media del 6%, il Sud del 30%. Mentre l’Osservatorio AIE stima i lettori il 73% della popolazione, Istat li valuta il 39% (popolazione di più di sei anni), 35% Eurostat (popolazione di più di 16 anni). Doxa per Osservatorio Politecnico stima invece la lettura italiana al 79% (popolazione tra i 18 e i 75 anni), 80% SWG (popolazione tra i 18 e i 75 anni). Il tasso di lettura degli italiani rilevato da AIE differisce profondamente da quello rilevato da Istat a causa del tipo di domanda diversa che è stato posta ai due campioni intervistati. A loro volta espressione di fasce di popolazione differenti. L’indagine Istat sulla popolazione di sei anni e più chiede al campione: “Negli ultimi 12 mesi ha letto libri (cartacei, ebook, libri online o audiolibri)? Consideri solo i libri letti per motivi non strettamente scolastici o professionali”. La domanda dell’indagine AIE rivolta alla popolazione tra i 15 e i 74 anni è “Pensando agli ultimi 12 mesi le è capitato di leggere, anche solo in parte, un libro di qualsiasi genere, non solo di narrativa (come un romanzo, un giallo, un fumetto, un fantasy…) ma anche un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina, ecc. su carta o in formato digitale come un e-book, o di ascoltare un audiolibro?”. A partire dal 2010 l’analisi evidenzia, per quasi tutte le fasce di età, una diminuzione della quota di lettori negli anni successivi. Puntando l’attenzione sui giovani, si assiste a una decisa contrazione di lettori tra il 2010 e il 2016. In particolare, tra gli 11 e i 14 anni vi è una diminuzione di 14,3 punti percentuali in tale periodo, che viene riassorbita dal 2020 in avanti. Dopo il 2010 si assiste a una diminuzione importante di lettori anche tra gli adulti di 45 anni e più. La contrazione risulta più consistente tra il 2010 e il 2016. Ma risulta significativa anche tra 2020 e 2023. Gli anziani dai 65 anni in su mostrano una crescita di lettori tra il 2010 e il 2016 e una sostanziale stabilità negli anni a seguire. Su tale componente della popolazione pesa progressivamente la presenza di generazioni sempre più istruite e in migliore condizione di salute di un tempo.
Libri e città
L’agenzia di stampa Cult evidenzia che in Italia l’interesse della popolazione verso la lettura di libri nel tempo libero (cioè per motivi non professionali né scolastici) è sempre stato molto contenuto. Nonostante il progressivo innalzamento del livello di istruzione della popolazione, la quota di lettori nel tempo libero rimane ancora oggi molto bassa. E nel trend temporale ha sempre riguardato meno della metà della popolazione. Nel 2023 è pari al 40,1% la quota di persone di 6 anni e più che hanno letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Il valore si è leggermente innalzato rispetto a quanto rilevato nel 2022 (39,3%). Ma si mantiene al di sotto di quanto rilevato nel biennio 2020-2021 (rispettivamente il 41,4% e il 40,8%). L’analisi temporale a partire dal 2000, quando la quota di lettori risultava pari al 39,1%, è stato crescente fino a raggiungere il picco massimo nel 2010 (46,8%). Per poi ridiscendere progressivamente fino ad arrivare nel 2016 allo stesso livello del 2001 (40,5%). Successivamente la percentuale di lettori si è mantenuta stabile fino al 2019, per poi crescere nel 2020 e mantenersi a un valore analogo nel 2021. La lieve crescita registrata nel biennio pandemico 2020-2021 non è stata però sufficiente per recuperare le perdite registrate negli anni precedenti. In questo quadro, la contrazione registrata nel 2022, sebbene con il lieve recupero del 2023, mantiene la quota di lettori su livelli bassi e allineati a quelli di circa 25 anni fa. L’analisi per genere della lettura di libri evidenzia una rilevante differenza a favore delle donne: la percentuale delle lettrici è del 45,6%, quella dei lettori del 34,4%. La distanza di genere in favore delle donne iniziò a manifestarsi nel 1988, anno in cui si dichiaravano lettrici il 39,3% delle donne e lettori il 33,7% degli uomini. Mentre in precedenza si osservava una situazione opposta, con valori più elevati tra gli uomini. Negli anni seguenti il divario ha manifestato una costante crescita fino al biennio 2015-2016, quando lo scarto uomo/donna raggiunse il suo valore più elevato (quasi 14 punti percentuali). Solo negli anni successivi la differenza di genere ha lievemente iniziato a ridursi, attestandosi a 11,2 punti percentuali nel 2023.
Identikit dei lettori
La maggior parte delle persone di 6 anni e più (il 17,5% considerando tutti gli individui, ben il 43,7% tenendo conto dei soli lettori) sono lettori “deboli”, dichiarano cioè di aver letto al massimo tre libri nei 12 mesi precedenti l’intervista. Il 16,4% (pari al 40,9% dei lettori) possono, invece, essere considerati “lettori medi”, avendo letto da 4 a 11 libri nell’ultimo anno. Infine, soltanto il 6,2% dei residenti (pari al 15,4% dei lettori) ha letto almeno 12 libri nell’ultimo anno rientrando così nei cosiddetti lettori “forti”. La quota di lettori forti è più alta tra le lettrici che non tra i lettori (il 16,6% contro il 13,8%). Inoltre, valori più elevati di lettori forti si osservano tra le persone di 60 anni e più, dove si raggiunge oltre il 21% dei lettori. Al contrario, sono gli uomini a presentare più spesso un profilo di lettore debole (il 47% contro il 41,3% delle donne) e anche gli adulti di 25-44 anni, dove circa un lettore su 2 legge al massimo 3 libri in un anno. L’analisi per fasce di età mette in evidenza nel 2023 una quota maggiore di lettori tra i più giovani (fino a 24 anni). Con punte più elevate specialmente tra gli 11 e i 14 anni (58,5%). Per quanto tra i giovanissimi la lettura complessiva non superi i tre libri l’anno per un lettore su due. A partire dai 25 anni di età l’abitudine alla lettura diminuisce, sebbene tra la popolazione di 55-59 anni si osservi un andamento nuovamente crescente, che regredisce però tra la popolazione ultra-sessantaquattrenne. Tale andamento è comune a uomini e donne, ma con livelli di lettura sempre più elevati per queste ultime. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze di 11-24 anni. Tra le quali circa 6 su 10 hanno letto almeno un libro nell’anno (con un picco tra gli 11 e i 14 anni, 63,2%). La quota di lettrici scende sotto la media nazionale dopo i 60, mentre per gli uomini è sempre inferiore al valore medio nazionale a partire dai 25 anni.