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“Cappa e spada” nei romanzi d’avventura: 2025 per l’inventore di Scaramouche

2025

@ www.rafaelsabatini.com

Il 2025 è un anno particolarmente significativo per valorizzare e far conoscere la figura dello scrittore Raphael Sabatini, nato a Jesi (Ancona) il 29 aprile 1950 fa e morto Adelboden in Svizzera il 13 febbraio 1950.  Sabatini, scrittore italiano naturalizzato britannico, è stato definito il “Salgari di Jesi” e i suoi romanzi di avventura e amore hanno avuto un successo planetario. “Nacque a Jesi, in provincia di Ancona, da madre inglese e padre italiano. I genitori erano cantanti d’opera che divennero insegnanti- ricostruisce Wikipedia-. Da giovane Rafael entrò a contatto con molte lingue, vivendo con suo padre in Inghilterra, frequentando la scuola in Portogallo e, da ragazzo, trascorrendo alcuni periodi di tempo in Svizzera. Prima di compiere i diciassette anni, quando tornò a vivere in Inghilterra, padroneggiava cinque lingue, alle quali aggiunse presto l’inglese. Scelse di scrivere nella sua lingua d’adozione, poiché, diceva, ‘tutte le storie migliori sono scritte in inglese'”. Inoltre Sabatini, ricorda Wikipedia, fu uno scrittore prolifico, capace di redigere un libro l’anno. Forse non raggiunse più il successo mondiale ottenuto con Scaramouche e Captain Blood, ma durante i decenni che seguirono Sabatini mantenne un ottimo livello di popolarità tra i lettori. Negli anni ’40 le condizioni inferme di salute lo costrinsero a rallentare la produttività letteraria. Nonostante ciò, durante questo periodo scrisse parecchi libri. Morì il 13 febbraio 1950 ad Adelboden, in Svizzera. Sulla sua lapide la moglie incise “He was born with a gift of laughter and a sense that the world was mad”, la prima riga del suo più celebre lavoro, Scaramouche. E cioè “è nato con il dono della risata e con la sensazione che il mondo fosse pazzo”.

Foto di Emmanuel Phaeton su Unsplash

Il 2025 di Sabatini

Nel 2025 ricorre, infatti, il 150° anniversario della nascita e il 75° anniversario della morte dell’autore di romanzi tradotti in tutto il mondo e portati sul grande schermo da Hollywood. Il Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Jesi e lo storico dell’arte Attilio Coltorti sono da tempo in prima linea nell’approfondimento e nella divulgazione del profilo storico e artistico dell’autore-simbolo del genere letterario “cappa e spada”. Diego Gabutti, direttore della rivista n+1, lo ha commemorato così su Sette: “Scrittore d’avventure di terra e di mare, scrittore prolifico, Sabatini popolava i suoi romanzi di cavalieri col cappello piumato, gli stivali alti fino al ginocchio, fasciati da un mantello, oppure di marinai coperti di cicatrici, una bandana sulla fronte e una benda sull’occhio, un pappagallo sulla spalla. Erano romanzi pieni zeppi di pirati, plebei, principi, gentiluomini, ricchi e poveri, vendicatori, predoni, maestri d’armi, pretendenti al trono, tutti sempre con la spada in posizione di guardia, un coltello tra i denti, la barba fremente. E, al fianco, una dama atterrita che si portava una mano guantata alla bocca ed era sempre lì lì per accasciarsi svenuta mentre cercava scampo, rifugiandosi nell’ombra dell’eroe“. Dopo una breve apparizione nel mondo degli affari, Sabatini tornò alla scrittura. Negli anni ’90 dell’XIX secolo scrisse brevi racconti. Il primo romanzo è datato 1902. Ma ci volle più d’un quarto di secolo prima che riuscisse ad ottenere successo, grazie al suo Scaramouche, pubblicato nel 1921. “Questo brillante romanzo sulla rivoluzione francese divenne un best seller internazionale- rievoca Wikipedia-. Fu seguito con egual successo da Captain Blood nel 1922. Tutte le sue produzioni precedenti vennero presto ristampate, la più popolare delle quali intitolata The Sea Hawk, pubblicata originariamente nel 1915″.

Foto di Jaredd Craig su Unsplash

Scrittore giramondo

Dunque, madre inglese, padre italiano, entrambi cantanti d’opera, Rafael Sabatini era nato per caso a Jesi, in provincia d’Ancona, nel 1875, cinque anni dopo la morte d’Alexandre Dumas, di cui fu uno degli epigoni. In Italia non si fermò a lungo. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza in giro per l’Europa. Studiò a Lisbona e Zurigo, visse a lungo in Inghilterra e in Spagna, seguendo mamma e papà lungo le rotte teatrali, “come un corsaro nella scia dei galeoni spagnoli”. Infine i suoi genitori, lasciato il palcoscenico, che con loro non fu mai generoso di benessere o di fama, “si stabilirono a Londra e diventarono insegnanti di bel canto“, senza brillare neanche nella nuova professione. Scrive Gabutti: “Giramondo, italiano, e dopo i vent’anni cittadino inglese: la Musa di Rafael Sabatini avrebbe dovuto essere la geografia, tanto più che parlava (e scriveva in) cinque lingue. Invece ebbe per Musa Clio, la storia, o meglio il feuilleton storico, anzi il melodramma storico. Sabatini diventò così il padre degli spadaccini e dei bellimbusti, dei corsari, dei riparatorti, degli eroi. Ma degli eroi cinematografici prima che letterari. Benché la sua opera letteraria comprenda decine di titoli. Romanzi molto letti all’epoca in cui uscirono, tra l’inizio e la metà del XX secolo. Tutti questi libri sono da un pezzo fuori catalogo e, se non fosse per qualche edizione vintage ogni tanto, sarebbero stati del tutto dimenticati. Si legge ancora Emilio Salgari, meno bravo di lui, ma Sabatini non lo legge più nessuno. Dell’opera di Sabatini si sono perse le tracce. Ma rimane, indelebile, il ricordo dei film che la sua opera ha ispirato. Ingialliti e polverosi, ma imperituri, i fotogrammi tratti da questi film continuano a campeggiare nei manuali di storia del cinema, o nei poster in vendita su Internet”.

Foto di Krists Luhaers su Unsplash

Successo planetario

Osserva Gabutti: “Appena salta fuori il nome di Capitan Blood o di Scaramouche il pensiero vola a Stewart Granger, che fu Scaramouche in un film diretto da George Sidney nel 1952. Oppure a Errol Flynn che nel 1935 fu Peter Blood, chirurgo e pirata, in un indimenticabile film di Michael Curtiz. Blood e Scaramouche, più che nomi da copertina d’un libro, sono nomi da locandina cinematografica o da serata di gala al Teatro Cinese dell’Hollywood Boulevard. Tra i personaggi di Sabatini e i grandi characters del cinema d’avventura c’è una perfetta intesa. Rafael Sabatini è un contemporaneo del cinema. Scriveva i suoi primi libri di cappa e spada, storie in cui le lame s’incrociavano per riparare torti, vendicare offese, difendere l’onore, vincere o morire nell’impresa e soprattutto per salvare fanciulle in pericolo. Intanto Georges Méliès stava inventando il cinema. Lavoravano allo stesso progetto: il superamento della narrativa d’evasione, il passaggio dal feuilleton alla civiltà dell’immagine”. Scaramouche, un romanzo uscito nel 1921, già nel 1923 era diventato un film di Rex Ingram. Aggiunge Gabutti: “La storia, nei romanzi di Sabatini, non è un’opinione, ma tutt’al più un pretesto, e mai troppo vincolante. Scaramouche funziona come fantasia romantica, come soggetto per un film d’azione, come trama di fumetto. Sabatini ambienta in contesti storici improbabili le sue storie, più improbabili ancora Delfini di Francia redivivi, cospiratori politici e cardinali di Valencia, pirati e rivoluzionari, Andrea Doria alle prese con i mori, schiavisti, intrighi veneziani. È un immaginario rétro, di cui restano ormai poche tracce. E che non si rimpiange soltanto perché se ne è persa, disgraziatamente, la memoria“.

 

 

Giacomo Galeazzi: