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Campagna anti aborto: minacce ai promotori

Minacce, esplicite. Sono quelle comparse su un muro nel quartiere Nomentano contro Filippo Savarese, direttore delle Campagne di CitizenGO Italia, promotrice della campagna anti-aborto censurata dal Comune di Roma. Savarese ha immediatamente sporto denuncia verso ignoti per la grande scritta rossa comparsa nella zona in cui abita: “Eutanasia per Savarese” seguita dal simbolo dei collettivi femministi. “Come diceva San Giovanni Paolo II e ha spesso ripetuto anche Papa Francesco – afferma Savarese – l'ideologia abortista è essenzialmente una cultura di morte. Significa che chi non riconosce la dignità del feto, l'Essere Umano più vulnerabile, non riconoscerà nemmeno quella delle persone nate e più sviluppate, e non si farà scrupoli a mettere in conto anche la loro morte”. Savarese si dice più determinato che mai ad andare avanti per i diritti fondamentali dell'uomo e per i diritti delle donne, anch'esse vittime dell'ideologia abortista: “Mi aspetto che esponenti del Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle come Monica Cirinnà e Virginia Raggi condannino l'auspicio di morte nei miei confronti, e mi chiedo se il Comune rimuoverà la scritta con lo stesso zelo con cui ha rimosso i nostri manifesti”, continua Savarese.

La campagna #stopaborto di CitizenGO Italia – condotta con 50 manifesti affissi a Roma recanti la scritta “L'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo” – sta sollevando grandi polemiche, dopo quelle legate al grande manifesto di Pro Vita onlus fatto rimuovere con grande solerzia da via Gregorio VII nelle scorse settimane. Purtroppo è un dato di fatto che ogni iniziativa pro life venga puntualmente contrastata con ogni mezzo da certi settori della società e della politica che si riempiono la bocca con la parola tolleranza salvo poi non essere in grado di applicarla nei confronti di chi la pensa in maniera diversa. “Al grido del 'Diritto all’Aborto' – afferma una nota di CitizenGO Italia – sono stati vandalizzati manifesti regolamente pagati, attivisti LGBT e femministe hanno riempito la rete di insulti e offese, auspicando arresti e sporcando i muri di Roma con scritte violente”.

Minacce e censure politiche non ci fermeranno mai – conclude Savarese – Questo sabato a Roma saremo migliaia alla Marcia per la Vita, per ribadire il nostro no all'aborto e il nostro grande Sì alla Vita. L'appuntamento è alle 14,30 a Piazza della Repubblica: migliaia di persone brandiranno copie esatte dei manifesti affissi a Roma e poi censurati dal Comune”.

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