Vaticano bombardato. L’attacco avvenne alle ore 20.05: un aereo sconosciuto sganciò quattro bombe dirompenti, di media grandezza, sul lato dei giardini vaticani che guarda verso il Gianicolo. Le bombe colpirono la stazione ferroviaria vaticana, il laboratorio del mosaico e, infine presero di striscio, sul retro, il Palazzo del Governatorato, allora adibito non solo a uffici ma anche ad abitazioni private. Nel libro di Augusto Ferrara: “1943 Bombe sul Vaticano”, si ripercorre la giornata del 1943 quando venne colpito il cuore della cristianità fortunatamente senza provocare vittime. “C’è silenzio tra i viali della Città del Vaticano, è buio e nei cuori di chi vive all’interno c’è paura e timore per la seconda guerra in corso, per le ferite che questa provoca nelle famiglie, nelle comunità, nei paesi– rievoca Benedetta Capelli (Vatican News)un aereo vola a bassa quota intorno al Vaticano, improvvisamente sgancia 5 bombe: 4 cadono nel territorio pontificio, una resta inesplosa.
Attacco al Vaticano
La prima bomba esplose vicino alla stazione ferroviaria. La seconda colpì in pieno il Laboratorio del Mosaico provocando ingenti danni e distruggendo un patrimonio artistico di enorme valore. La terza bomba interessò un lato del Palazzo del Governatorato, colpendo alcuni uffici infine un quarto ordigno scoppiò sulla piazzola di Santa Marta rompendo le vetrate posteriori della Basilica di San Pietro. Secondo Augusto Ferrara, autore del libro “1943 Bombe sul Vaticano”, l’obiettivo era la Radio Vaticana che trasmetteva messaggi per i prigionieri di guerra. Un lavoro certosino corredato da foto scattate dal fotografo ufficiale del Papa, Giuseppe Felici, dagli articoli de “L’Osservatore Romano”, “La Civiltà Cattolica” e “Il Messaggero” accanto ad una ricca documentazione filatelica e postale del tempo. “Sicuramente l’obiettivo è stato colpire la Radio Vaticana con le sue trasmissioni che faceva dalla sede centrale nella Città del Vaticano- spiega l’autore a Vatican news-. L’attacco venne condotto da parte di un fascista che prese un aereo a Viterbo. E con questo piccolo aereo sorvolò il Vaticano per annullare i messaggi che normalmente venivano dati dalla Radio Vaticana“.
Ricostruzione
Augusto Ferrara sostiene che fu “opera di un fascista”. E’ questa la versione più probabile. Resta il dubbio se si sia trattato di un gesto isolato, oppure voluto proprio dal comando fascista. “Le testimonianze inserite nel libro confermano questa ricostruzione – sottolinea Ferrara-. Dopo l’uscita del volume emerse anche il contributo di un sacerdote che faceva la spola tra le autorità tedesche e il Vaticano e che avvallò questa strada. Mussolini, che venne subito a conoscenza dell’attacco, condannò l’azione. Questo fascista, infatti, era già stato messo ‘all’indice'” Nel libro ci sono le foto scattate dal fotografo ufficiale del Vaticano che subito dopo le 20 e 10, e la mattina successiva, 6 novembre, con la sua macchina realizzò tutte queste foto che sono una trentina. Ripercorrendo il tragitto fatto dall’aereo nel lanciare queste bombe sul territorio del Vaticano. L’aereo – riportano vari testimoni – aveva sorvolato per vari giorni la zona per capire dove colpire la Radio Vaticana. Non mancano le notizie su Pio XII riguardo a questo attacco.
Indagini
“E’ descritto proprio dall’Osservatore Romano subito dopo – sottolinea Ferrara-. Nel volume, riporto le copie dell’Osservatore Romano nella giornata di domenica, quando il Papa si affaccia su Piazza San Pietro e parla del bombardamento e dell’eventuale indagine condotta insieme alla questura italiana. Pochi giorni dopo il Pontefice venne a sapere che si era trattato di una goliardia di un fascista. Ma, dato che l’Italia era ancora in guerra, preferì che la cosa fosse taciuta, che i giornali non parlassero più dell’evento. C’era ancora incertezza sul bombardamento vaticano, soltanto indagini in corso. Per questo il Papa preferì che la stampa non parlasse più dell’avvenimento”.