La voce degli ultimi

venerdì 27 Dicembre 2024
8.8 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

venerdì 27 Dicembre 2024

Una seria minaccia per la salute globale. Sos degli scienziati

Allarme stili di vita e tumori. Rischio mondiale dai batteri specchio, la scienza chiede lo stop. Appello di Nobel e ricercatori su Science: "Potrebbero eludere le difese"

Salute a rischio. In Italia il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità eccessiva. E si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023. E’ quanto emerge dal 14esimo censimento “I numeri del cancro in Italia 2024” dell’Associazione italiana oncologia medica, Aiom. Il volume sui numeri delle neoplasie nel nostro Paese è frutto di una collaborazione tra Aiom, Airtum, Fondazione Aiom, Ons, Passi, Passi d’Argento e Siapec-Iap. La fotografia scattata da Passi e Passi d’Argento nella popolazione di 18-69 anni e nella popolazione ultra 65enne residente in Italia non lascia dubbi. Serve più attenzione anche agli stili di vita tra la popolazione adulta e tra gli over 65. Fumo, alcol, sovrappeso, sedentarietà e obesità sono i principali fattori di rischio comportamentali. Fumo: nel biennio 2022-2023 in Italia il 24% dei 18-69enni fuma e il 17% è un ex-fumatore. Tra i fumatori – si legge nel report – uno su 4 (24%) consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% vs 21%), fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è anche fortemente associata allo svantaggio sociale. Coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche (36% vs 21% fra chi non ne ha) o con bassa istruzione (26% fra chi ha al più la licenza elementare vs 18% fra i laureati).
salute
Fumo passivo. Foto di Ernst-Günther Krause (NID) su Unsplash

Salute a rischio

Negli ultimi anni la percentuale di fumatori si è ridotta, lentamente ma significativamente, seguendo il trend in discesa che si osserva da almeno trenta anni. Fra il 2008 e il 2023 la quota di fumatori è scesa complessivamente di quasi 6 punti percentuali, dal 30% al 24%. Alcol: secondo le principali Agenzie internazionali di salute pubblica, l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena, tanto che la Iarc (International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1 “sicuramente cancerogeno per l’uomo”. Il suo consumo prolungato e cronico è associato ad aumentato rischio di cancro. E  nella genesi dei tumori è correlato con il tumore del fegato. Ma anche con i tumori della mammella nella donna, del colon-retto, laringe, fegato, esofago cavità orale e faringe. Nell’assunzione di alcol non esiste rischio pari a zero e qualsiasi modalità di consumo comporta un rischio, tanto più elevato quanto maggiore è la quantità di alcol consumata. Nel biennio 2022-2023, in Italia meno della metà degli adulti di età compresa tra i 18 e i 69 anni (42%) dichiara di non consumare bevande alcoliche. Ma una persona su 6 (18%) ne fa un consumo definito a “maggior rischio” per la salute, per quantità e/o modalità di assunzione. Il 10% per consumi episodici eccessivi, binge drinking (5 o più unità alcoliche-ua in una unica occasione per gli uomini e 4 o più Ua per le donne). Il 10% per consumo alcolico esclusivamente/prevalentemente fuori pasto e il 2% per un consumo abituale elevato (3 o più Ua medie giornaliere per gli uomini e 2 o più Ua per le donne). Diversamente dagli altri fattori di rischio comportamentali, il consumo di alcol si caratterizza per essere più frequente fra le classi sociali più abbienti, senza difficoltà economiche e/o con livelli di istruzione elevati. L’attenzione degli operatori sanitari al problema dell’abuso di alcol appare ancora troppo bassa. Nel biennio 2022-2023, riferiscono di aver ricevuto il consiglio di bere meno appena il 7% dei consumatori 18-69enni a maggior rischio.
salute
Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash

I killer della salute

Per quanto riguarda l’attività fisica, secondo i livelli di attività fisica attualmente raccomandati dall’Oms, nel biennio 2022-2023 il 48% della popolazione adulta in Italia può essere classificata come “fisicamente attiva”, il 24% “parzialmente attiva”, ma il 28% è completamente “sedentaria”. La sedentarietà è più frequente fra le donne (32% vs 24% fra gli uomini), aumenta con l’età (24% fra 18-34enni vs 33% fra i 50-69enni), disegna un chiaro gradiente geografico a sfavore delle regioni del Meridione (40% vs 16% nel Nord) e un gradiente sociale a svantaggio delle persone con maggiori difficoltà economiche (fra le quali raggiunge il 42%) o basso livello di istruzione (48% fra chi ha al più la licenza elementare vs 25% fra i laureati). Negli anni, la sedentarietà è aumentata significativamente e costantemente passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023. L’aumento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione. La sedentarietà è aumentata in egual misura sia fra gli uomini che fra le donne, in tutte le classi di età, ma più velocemente fra i più giovani. E’ cresciuta in particolar modo nel Meridione e nel Centro ampliando il gradiente geografico fra Nord (dove resta costante) e Sud del Paese. Infine è cresciuta anche fra le persone abbienti e meno abbienti, ma più velocemente fra le persone con maggiori difficoltà economiche. L’obesità e, più in generale, l’eccesso ponderale favoriscono l’insorgenza di numerose patologie e/o aggrava quelle preesistenti, riducendo la durata della vita e peggiorandone la qualità.
sanità
Foto di Total Shape su Unsplash

Patologia complessa

Annoverata fra le malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche, l’obesità è una patologia complessa. Ed è essa stessa fattore di rischio cardiovascolare perché associata all’insulino-resistenza, alla dislipidemia aterogena, all’ipertensione arteriosa e al diabete mellito di tipo II. Sovrappeso e obesità sono anche un importante fattore di rischio oncologico. Nel biennio 2022-2023 più di 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso. L’obesità è poco più frequente fra gli uomini (11% vs 10% fra le donne), aumenta significativamente con l’età (5% fra 18-34 anni, 10% fra 35-49 anni e 14% fra 50-69 anni). E coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale (18% fra persone con molte difficoltà economiche vs 9% fra chi non ne riferisce). Storicamente più frequente nel Sud del Paese, oggi il gradiente geografico fra Nord e Sud del Paese si è annullato. Consumo di frutta e verdura: nel biennio 2022-2023, in Italia il 52% dei 18-69enni consuma 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, il 38% consuma 3-4 porzioni, mentre solo il 7% ne consuma la quantità raccomandata dalle Linee guida (five a day). Una piccola quota di persone (3%) dichiara di non consumare né frutta né verdura. Se l’adesione al “five a day” resta un’abitudine di pochi, quasi la metà della popolazione (45%) consuma almeno 3 porzioni di frutta o verdura al giorno. Le caratteristiche di chi ha comunque questa buona abitudine – dettaglia il report – sono significativamente associate al genere femminile (51% vs 40%), all’età (39% fra i 18-34enni, 44% fra 35-49enni, 50% fra 50-69enni), al vantaggio socioeconomico per risorse finanziarie o livello di istruzione (47% fra chi non ha difficoltà economiche vs 41% di chi ne riferisce molte; 40% fra chi ha al più la licenza elementare vs 51% fra i laureati) e alla residenza nelle regioni centro-settentrionali (50% nel Centro e 48% nel Nord vs 41% nel Meridione).
salute
Foto di Drew Hays su Unsplash

Nuovi pericoli

Allarme salute: dai vecchi pericoli ai nuovi. Stop alle ricerche che mirano a sviluppare i batteri specchio, organismi sintetici costituiti da molecole speculari rispetto a quelle esistenti in natura. E’ quanto chiedono 38 scienziati di fama internazionale, tra cui due premi Nobel (il biochimico britannico Gregory Paul Winter e il biologo canadese Jack W. Szostak) e il pioniere degli studi sulla vita sintetica Craig Venter. Nel loro appello, pubblicato sulla rivista Science e supportato da un rapporto tecnico di 300 pagine, gli esperti osservano che simili microrganismi non sono ancora realtà. Ma in futuro potrebbero rappresentare una seria minaccia per la salute globale, perché la loro struttura molecolare a specchio potrebbe non essere riconosciuta dalle difese immunitarie di umani e animali. Per precauzione, dunque, la scienza decide ancora una volta di prendersi una pausa di riflessione, così come è già accaduto in passato quando i ricercatori si sono trovati di fronte a qualcosa di completamente nuovo e le cui conseguenze non sono ancora ben chiare. Basti pensare alla moratoria per le ricerche sui supervirus o allo stop per la sperimentazione dell’editing genetico sugli embrioni umani. Stavolta, a chiedere di fermare le ricerche sui batteri specchio sono biologi, genetisti, immunologi, esperti di vita sintetica e biosicurezza. Ci sono perfino ricercatori che hanno lavorato per anni sui batteri specchio. Il loro obiettivo era infatti utilizzarli come bio-fabbriche per produrre su larga scala farmaci innovativi che, in virtù della loro struttura molecolare speculare, non vengono eliminati velocemente dall’organismo e dunque possono avere un’azione più efficace contro malattie croniche e difficili da trattare.

Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

Rischio globale

Ora, però, dagli studi emergono nuovi dubbi in merito alla sicurezza di simili microrganismi sintetici. Perché, se sfuggissero di mano, potrebbero interagire con il resto del mondo in modi imprevedibili e incerti. Le difese immunitarie di esseri umani, animali e piante si basano infatti sul riconoscimento di specifiche forme molecolari presenti nei batteri invasori. Se queste forme fossero speculari, come nei batteri specchio, il riconoscimento sarebbe compromesso e molte difese potrebbero venir meno, lasciando gli organismi vulnerabili alle infezioni. Inoltre i batteri specchio potrebbero eludere anche i loro predatori naturali, come fagi e protisti. La loro diffusione incontrollata negli ecosistemi finirebbe quindi per esporre esseri umani, animali e piante a un rischio continuo di infezione. Per prevenire una simile minaccia per la salute globale, gli scienziati chiedono di fermare le ricerche sui batteri specchio e di avviare un dibattito pubblico che coinvolga la comunità scientifica globale, i finanziatori delle ricerche e i decisori politici. Nel 2025 si prevede di organizzare vari eventi, anche all’Istituto Pasteur di Parigi, per esaminare i risultati del documento e discutere le misure che possono essere adottate per prevenire i potenziali rischi. “Sebbene i batteri specchio siano ancora un concetto teorico e qualcosa che probabilmente non vedremo per qualche decennio, abbiamo qui l’opportunità di considerare e prevenire i rischi prima che si presentino“, afferma Patrick Cai dell’Università di Manchester, tra i firmatari dell’appello nonché esperto nel campo della genomica sintetica e della biosicurezza. “Questi batteri potrebbero potenzialmente eludere le difese immunitarie, resistere ai predatori naturali e sconvolgere gli ecosistemi. Aumentando la consapevolezza ora, speriamo di guidare la ricerca in un modo che dia priorità alla sicurezza per le persone, gli animali e l’ambiente“.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario