Gimbe: “Con la variante Delta a rischio più di 2 milioni di over 60”

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La progressiva diffusione della variante Delta (o variante indiana) determinerà un incremento del numero dei contagi. Ma anche con una circolazione virale elevata, l’impatto dei contagi sui servizi sanitari sarà inferiore rispetto alle ondate precedenti. Lo rileva il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe.

Il tallone d’Achille degli over ’60

Tenendo conto del “progressivo aumento dei casi e della diffusione di questa variante che è destinata a diventare prevalente” il monitoraggio rileva che “nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino”.

Di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna).

“Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana – rileva Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe- – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età”.

Peraltro, secondo il report “il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le altre classi d’età con notevoli differenze di copertura”.

Vaccini: flop CureVac e 42 mln vaccini adenovirali sospesi

Sul fronte dei vaccini vi sono “grandi incognite” e le stime “di oltre 94 milioni di dosi per il terzo trimestre non sono realistiche”.

Con 42 milioni di dosi di vaccini a vettore adenovirale per i quali è stata ventilata la sospensione delle consegne per mancato utilizzo da parte delle Regioni e il ‘flop’ del vaccino CureVac della Bayer che non ha superato i test clinici del quale erano previste per il terzo trimestre 6,4 milioni di dosi “si potrà disporre solo di 45,5 milioni di dosi di vaccini a mRNA”. E’ quanto rileva il monitoraggio Gimbe.

Al 14 luglio sono state consegnate 63.659.024 dosi secondo quanto aggiunge il rapporto. E “al momento è impossibile fare previsioni per il 3° trimestre visto che l’ultimo aggiornamento del piano delle forniture risale allo scorso 23 aprile, in assenza di un consuntivo ufficiale, non è noto se le 15,2 milioni di dosi non consegnate nel 2° trimestre saranno recuperate o meno nei prossimi mesi”. Stabile nell’ultima settimana il numero di somministrazioni ( 3.758.700) con una media di 543.873 inoculazioni al giorno.

“Un numero di somministrazioni – spiega il monitoraggio – che, nonostante oltre 4,8 milioni di dosi ‘in frigo’, rimane stabile sia per la crescente diffidenza degli over 60 verso i vaccini a vettore adenovirale (2,7 milioni di dosi disponibili), sia per la necessità di accantonare oltre 2,16 milioni di dosi di vaccini a mRNA per i richiami, viste le incertezze sulle forniture che impongono alle Regioni continui stop & go delle agende”.

Milena Castigli: