Buone notizie vengono dagli USA, un team di ricercatori internazionali ha individuato una lista di ben 21 farmaci esistenti che impediscono a Sars-Cov-2 di riprodursi, anche se somministrati in piccole dosi così da garantire la sicurezza dei pazienti. Lo studio è stato condotto attraverso un maxi screening su 12.000 molecole. L’obiettivo è quello di offrire alla comunità scientifica un numero più ampio di potenziali armi contro Covid-19. Quattro di questi farmaci hanno funzionato in sinergia con Rmdesivir. Il Remdesivir, attuale trattamento standard di cura per Covid-19, “ha dimostrato con successo di abbreviare i tempi di recupero per i pazienti in ospedale, ma il farmaco non funziona per tutti coloro che lo ricevono”, afferma Sumit Chanda, Professore presso lo Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute di La Jolla (California) e autore senior del nuovo studio. Il team di ricerca internazionale ha condotto test approfonditi, compresa la valutazione di biopsie polmonari infettate dal virus, attingendo a una delle più grandi banche dati sui farmaci. Tra i composti che hanno potenziato l’effetto del remdesivir, c’è hanfangchin A (tetrandrina), un antimalarico derivato della clorochina che ha raggiunto gli studi clinici di fase 3.
Lo studio italiano
In Italia stanno proseguendo i trial avviati e tre sono stati di recente autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e dal Comitato Eticounico Nazionale. Il primo è uno studio di fase II sull’efficacia e la sicurezza di Acalabrutinib, un inibitore della tirosinchinasi di Bruton (BTK), in aggiunta alle migliori terapie di supporto. Il secondo è uno studio multicentrico di fase II per il trattamento con Interferone-β-1a promosso dall’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Il terzo, invece, è uno studio di fase II/III, che valuta l’efficacia e la sicurezza di ABX464,una molecola ancora in sperimentazione e i cui dati in vitro indicano un possibile duplice effetto antivirale e di riduzione della risposta infiammatoria.