Le tossine ambientali possono rappresentare un fattore di rischio per patologie come il morbo di Parkinson e il diabete. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Pharmaceuticals realizzato dall’Università di Pisa in collaborazione con quella de L’Aquila. Tossine ambientali, spiega l’ateneo, “che possono causare la malattia di Parkinson, sono un fattore di rischio anche per il diabete, dimostrando così una vulnerabilità condivisa tra neuroni dopaminergici e beta-cellule pancreatiche”.
La ricerca, che è durata tre anni, è stata realizzata dai ricercatori del Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa, in collaborazione con quelli del Dipartimento di Scienze cliniche biotecnologiche e applicate dell’Università de L’Aquila.
“Il nostro studio – ha commentato il professor Marco Scarselli, associato di Farmacologia – ha evidenziato che alcune tossine ambientali, come il pesticida rotenone, possono essere un fattore di rischio non solo per la malattia di Parkinson ma anche per il diabete. D’altra parte, purtroppo, le malattie del sistema nervoso centrale spesso si presentano con comorbidità che coinvolgono anche organi e sistemi periferici”.
“Questa ricerca – ha continuato il dottor Marco Carli, specializzando in Farmacologia e tossicologia clinica – ha sottolineato come i neuroni dopaminergici e le beta-cellule pancreatiche condividano una significativa vulnerabilità verso alcune tossine, dovuto allo stress ossidativo a cui sono sottoposte durante la loro attività e/o a sostanze esogene. D’altronde, le beta-cellule pancreatiche esprimono recettori, enzimi e trasportatori del sistema dopaminergico che potrebbe spiegare una certa similitudine con i neuroni dopaminergici. I nostri esperimenti hanno anche dimostrato che Metformina e Vitamina E proteggono dalla tossicità indotta da Rotenone, indicando un uso potenziale di queste due sostanze”.